E’ capitato, in questi cinque mesi in cui le notti abbaglianti non sono mancate, assai più di quanto non siano risultate indecifrabili le tenebre; e mentre Bologna comincia ad illuminarsi di suo, con quel retrogusto indecifrabile – la sconfitta dell’anno scorso, per rievocarla – perlomeno le statistiche formato esterno aiutano Napoli a cicatrizzare la delusione per quel pareggio con il Palermo ch’è ancora lì, sullo stomaco. La Juventus ne ha vinte sei, però ne ha perse quattro, e il saldo è identico a quello del Napoli, che ne ha vinte cinque, ne ha pareggiate tre e ne ha perdute due; l’Atalanta viaggia a braccetto, ma con una media nettamente inferiore, perché la meglio gioventù bergamasca – ed è proprio il caso di dirlo – ha avuto modo di giocarne dodici lontano da casa sua. Il percorso del Napoli, in trasferta, comincia con un brivido, e pure quello è un rimpianto: quarantacinque minuti da dimenticare, a Pescara, per ritrovarsi sotto di due gol e ben dentro ad un incubo, che rimosse Mertens, con la sua prima doppietta. Poi è stato uno show, con la passeggiata salutare a Palermo (3-0 netto), che introdotto al periodo difficile, con lo 0-0 di Marassi contro il Genoa e la sconfitta a Bergamo, che ha preceduto la seconda sosta.