Ilnapolionline.com prosegue imperterrito nel suo viaggio all’interno delle scuole calcio per scoprire un mondo dove si fanno crescere i ragazzi e poi portarli a grandi livelli. Oggi si riprende dalla scuola calcio ASD Riccio dove tra i vari tecnici c’è Luigi Principato dei 2004 e 2007 e il nostro giornale lo ha intervistato sul momento dei suoi ragazzi e sul Napoli di Sarri.
Prima di iniziare la carriera di allenatori, hai giocato anche a calcio? “Sì, e precisamente tra Interregionale ed Eccellenza. Le squadra sono state l’Afragolese e l’Altamura. Mi auguravo ovviamente di giocare anche in altre categorie, ma così è andata, però sono contento lo stesso”.
Ti volevo chiedere il rendimento delle tue squadre 2004 e 2007 in campionato? “Sono soddisfatto di come i ragazzi si stiano impegnando sul campo e diano come sempre il massimo. La filosofia della scuola calcio Vincenzo Riccio è la crescita delle persone, dando la giusta importanza ai risultati ma non considerandoli al tempo stesso un obbligo. Credo che con questa filosofia i ragazzi stiano ottenendo il massimo ed hanno ampi margini di crescita”.
Hai un modulo preferito che tu adatti alle tue squadre, oppure vari a seconda delle partite? “Allora il mio modulo preferito è il 4-4-2, ma come hai detto tu mi piace anche variare a seconda delle partite. Ovviamente essere duttile tatticamente è importante e poi vista anche la giovane età cerco di insegnare loro come crescere in questo contesto”.
Vorrei un giudizio sul primo biennio di Gianluca Grava e del suo scouting all’interno del settore giovanile del Napoli. “Credo che fino ad ora stiano facendo tutti un ottimo lavoro. Sono tutte persone serie e competenti e con il tempo i frutti si vedranno, bisogna solo aspettare. Nelle rose del vivaio azzurro ci sono anche due ragazzi della nostra scuola calcio come D’Onofrio e Ritieni. Due calciatori forti tecnicamente e anche ben messi fisicamente e ti posso garantire che hanno ampi margini di crescita. Con il Napoli sapranno dimostrare tutto il loro valore”.
Nel calcio di oggi, quanto conta secondo te imporsi nel carattere per fare il salto di qualità? “Credo che sia un elemento davvero indispensabile, anzi lo reputo fondamentale. Tu puoi avere grande tecnica e senso tattico, questo è importante, ma se non ti imponi come personalità rischi di non fare il salto definitivo. So che ti riferisci anche a Gabbiadini e lui ha sofferto la piazza partenopea, che come tutti sanno è molto esigente da questo punto di vista. Mi è dispiaciuto che se ne sia andato ma se questa è la strada migliore per tutti, allora forse è meglio essersi detto addio”.
Tu da allenatore cosa pensi del modo di operare sul campo di Maurizio Sarri? “Io credo che lui sia un esempio per tutti noi giovani allenatori, si è imposto facendo una lunga gavetta e alla fine è stato premiato con la serie A. Il mister non è bravo solo tecnicamente, ma anche tatticamente dando un gioco al Napoli e io da tifoso sono felice visto che la squadra spesso impone il gioco agli avversari”.
Come giudichi il pareggio di domenica contro il Palermo e che gara ti aspetti sabato al Dall’Ara contro il Bologna? “La sfida contro i rosanero sia stata principalmente sfortunata, hai trovata una squadra che si è chiusa molto bene, un portiere che ha effettuato grandi parate e tiri che sono usciti fuori di un soffio. Il Bologna? Storicamente non sono mai sfide semplici, loro in casa giocano bene e possono fare una buona gara. Il Napoli però ha tutti i mezzi di giocare la sua partita, non deve temere nessuno e può ritornare ad ottenere i tre punti”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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