E’ nato nello spogliatoio il patto del San Paolo di Sarri

Il patto del San Paolo, mica quello del Nazareno: c’è una via, che conduce tra le stelle, ed è possibile (in)seguirla, senza perdersi nella malinconia che Sarri ha spazzato via in fretta, quando ancora c’era l’eco del triplice fischio di chiusura di Napoli-Palermo. «E quella è la nostra, ragazzi: ci sono squadre che investono acquistando trentenni che arrivano dal Barcellona o dal Real Madrid, mentre noi siamo giovani e dobbiamo crescere». E’ la notte del rimpianto, dei conti che non tornano, della testa che ondeggia alla ricerca d’un perché, di domande che non riescono ad avere risposte dinnanzi all’errore di Callejon (porta vuota) e di Insigne (un metro dalla linea bianca): ma bisogna almeno conoscere il calcio per farsene una ragione e affrontarlo come fa Sarri, che dopo aver percorso la «scaletta» delle dirette, si isola nello spogliatoio e lo spiega alla squadra: «E noi cresceremo, perché ci sono partite come queste». Napoli-Palermo, a esempio, è la sintesi degli estremi, che ovviamente non si toccano: 75% possesso palla, ma cosa volete che sia! Il resto è accademia, un football certo meno verticale – per assenza assoluta degli spazi e l’incapacità occasionale nel crearli – la luna storta di qualche interprete e infine la necessità di dover tener su il morale d’una squadra che ora dovrà ricominciare, sentendo il fiato dell’Inter addosso e scorgendo la Roma in vicinanza, però sempre davanti. «Ragazzi, la stagione è lunga». Lo disse pure un anno fa, più o meno di questi tempi, quando a un certo punto s’erano agitate le acque: sconfitta a Torino, pareggio in casa con il Milan e poi a Firenze, sconfitta in Spagna e 1-1 inutile al San Paolo con il Villarreal; come costruire un castello e ritrovarselo frantumato.

Fonte: CdS

NapoliPattosamn PoaloSarritacito patto
Comments (0)
Add Comment