Di tifosi, il suo Senegal, da queste parti, proprio non ne aveva. Simpatia, sì. E tanta. E anche affetto. Ma tifo, no. E’ stato un gigante per un Paese che ha scelto facendosi grande, seguendo le origini della mamma, scoprendolo e amandolo. La sua Africa. Il suo Senegal. Ma lui lo sa…Se a metà stagione ti piazzano la Coppa d’Africa e si prendono il tuo miglior difensore, è dura tifare per lui e il Senegal. Prima torna e meglio è: e così è stato. Un mese senza Koulibaly, quanto è mancato! La velocità, la prepotenza atletica, la capacità di giocare a campo aperto e accettare sempre il duello uno contro uno. E poi il tempismo. La forza di andarli a prendere ovunque; di esserci, insomma. E sempre. Perché lui le gioca praticamente tutte. Mai in dubbio. Mai in ballottaggio. Mai in discussione. Con lui fuori, gol, gol, gol…Eh sì perché ne sono cambiate tante con l’assenza di Koulibaly. Emergenza piena, continua e la linea a 4 con i suoi movimenti, sincronismi e distanze ne ha risentito, eccome. Maksimovic è in crescita, però quanti impacci, Tonelli bene con Samp e Pescara, ma a San Siro più di qualche difficoltà e ora un po’ di noie da smaltire. Lui e anche Chiriches. Albiol leader quando c’è stato; anche lui frenato da cartellini e condizione. E allora, nostalgia di Koulibaly, troppo forte per non essere contento di riaverlo in anticipo. Capirà anche lui: del resto è “colpa” sua se nessuno qui tifava Senegal.