Pensare che lo aveva detto…Se lo aspettava Maurizio Sarri. In fondo, oltre ad essere maestro, è uomo di calcio…Sarri aveva spostato l’attenzione sul pericolo occulto d’una serata perfida. «Io ho solo il Palermo in testa». E lo aveva sussurrato – strillato? – al Napoli, che ci sono sfide in cui serve «altro»: per esempio, mostrare di essere squadra, di avere tanta testa, di non specchiarsi in se stessa, né di sospettare che prima o poi l’estro e la fantasia….
E’ andata come aveva temuto. «Eppure io dal campo non ho avuto la sensazione che la squadra abbia poi fatto così male. Abbiamo preso gol nell’unica occasione concessa al Palermo, ma poi abbiamo dominato per il resto della partita».
Qualcosa vi è mancato. «Rileggendo i dati statistici, verrebbe da dire il gol, esclusivamente il gol, perché abbiamo creato una enormità di situazioni di pericolo e non siamo stati in grado di concretizzare. Mi viene da dire, adesso, che partite del genere possono capitare, anzi capitano. Ed è successo a noi».
Un allenatore, a caldo, se ne fa una ragione come? «Riflettendo: una serata stregata, come testimoniano le cifre. Ci lascia tanta amarezza questo pareggio, è chiaro, ma non ho preoccupazioni: non me ne dà la capacità di giocare, che è stata pure stavolta rilevante. Per me la prestazione c’è stata».
Le ha provate cambiando tanto, anche tatticamente, osando con un attacco a quattro e due registi con vocazione offensiva. «E però, se proprio devo trovare un difetto, alla fine siamo stati confusionari: bisogna cominciare ad abituarsi alla presenza di Pavoletti in area, però so anche che abbiamo una nostra natura, cioè tenere la palla bassa, cercare di attaccare attraverso il palleggio».
Poco Pavoletti: dipende dalla vostra tendenza? «Io spero che questi spezzoni servano a Leonardo per affinare il feeling con la squadra, in maniera da poterci aiutare a risolvere gare del genere. Siamo ovviamente noi che dobbiamo favorirlo ma anche lui che deve inserirsi nei nostri meccanismi. Il risultato di stasera deforma un po’ la realtà, perché se si ripensa allo sviluppo della partita è indiscutibile il nostro dominio».
Si ritroverà con un mero elevatissimo di attaccanti e dunque la possibilità di incidere ancora. «Milik e Pavoletti assieme? E’ tutto possibile, sarà importante che Arkadiusz torni in perfetta condizioni: lo avrei portato con noi e lui mi ha espresso il desiderio di allenarsi ancora, perché non si sente in condizione. E penso che sia normale».
Le docce gelate, come un pareggio del genere, vanno smaltite… «Rientrando subito in campo, reagendo. Io guardo al Bologna e basta, non vado al di là del prossimo impegno. So che sarà un’altra gara difficile ma che vogliamo reagire immediatamente. E’ chiaro che siamo rammaricati, non potrebbe essere diversamente».
Un rimpianto, fosse anche uno solo…. «Io ho contato, e penso di non essermi sbagliato, undici o dodici palle-gol. Quella di Insigne, nel finale, rimane impressa, proprio perché arrivata quando stava per finire. Ma altre ne erano capitate e tutte più o meno importanti. E loro sono entrati nella nostra area soltanto sette volte».