L’attacco azzurro – di A. Tullio: “Una montagna che Mertens, da solo, non può scalare”

Mertens. Suona la carica , cambia il corso della partita e riaccende la speranza, quella di una partita nata male e finita peggio per via di mille rimpianti. Ogni minuto il Napoli ci prova ma è come scalare una montagna la cui vetta sembra più vicina e nella quale il terreno diventa sempre più difficile, ruvido. Il Palermo gioca la sua partita. Una gara senza aspettativa finchè l’episodio non cambia tutto, da speranza. Il Napoli spreca con tutti e tre , da Insigne a Mertens per finire a Callejon. Spreca, segna, spreca, non segna. I rimpianti cosi si mescolano e passano dalla poca lucidità di Hamsik che entra poco e cuce il gioco, passando da Allan che non incide e da Jorginho che non inventa. Tutto questo mentre il Palermo si abbassa e toglie la profondità a Callejon che entra ed esce dalla partita senza mai incidere in tutti i 90 minuti, complice il portiere rosanero con la sua partita strepitosa. I minuti che scorrono raccontano di un Palermo che sa resistere anche quando segna Mertens e rimane in 10 gli ultimi minuti che sembrano veramente pochi. Il resto è storia di una serie di goal falliti, ultimo quello di Insigne a porta vuota cosi come successe a Callejon nel primo tempo. Porta stregata, senza se e senza ma. Nasce un pareggio che tradisce numeri impressionanti che vanno dalle conclusioni al possesso palla. Entra Pavoletti con Mertens che si sposta leggermente dietro ma raccoglie solo falli. I movimenti dell’ex genoano sono più per la profondità ( e quindi la gloria) che per la squadra che ha il torto di non crossare per lui. Pareggio che cambia il destino di questa stagione? Si vedrà.

a cura di Alessandro Tullio

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