I difensori del Napoli devono avere male interpretato il significato del gemellaggio che esiste tra le due tifoserie perché al Palermo è stato concesso il vantaggio dopo cinque minuti: cross del cavese Rispoli, testa di Nestorovski – già nel mirino di De Laurentiis – davanti a cui saltava a vuoto Hysaj. Sullo 0-1 è cominciata una partita di grande fatica ed è scattato l’assalto, con gli uomini di Sarri che andavano a sbattere sul muro eretto da Lopez, quarto allenatore dei rosanero, al quarto giorno di lavoro. Primo tempo a senso unico, con gli azzurri quasi tutti piazzati nella trequarti avversaria, però difficoltà di circolazione della palla ed errori di misura non consentivano di rimettere subito a posto i conti con una delle cenerentole del campionato. A metà ripresa avrebbe provveduto Mertens, al tredicesimo gol, con la collaborazione del giovanissimo portiere Posavec, fino a quel momento determinante. Per dare ulteriore impulso alla prima linea, Sarri aveva modificato l’assetto tattico passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, quindi schierando la punta vertice Pavoletti. La manovra non ne ha tratto particolare giovamento perché il Napoli, dopo una gara d’attacco, è fisicamente calato e perché l’ex genoano, peraltro poco cercato dai compagni, non è ancora inserito nel contesto tattico. Si avverte la necessità di recuperare al più presto Milik, che ha giocato l’ultima partita in azzurro quasi quattro mesi fa. La mole di palle gol costruite è stata notevole, più di quante ne erano state create in precedenti partite, peraltro contro avversarie di superiore livello, ma bassissima è stata la percentuale di realizzazione. Insigne ha sprecato in pieno recupero un’occasione clamorosa. Se accade questo, significa che bisogna migliorare non solo nel gioco ma anche nella testa. Il pareggio non consente di agganciare la Roma al secondo posto (a +2) e di allungare sull’ottima Inter (a -3). Dura la lotta per la Champions. Non c’è da sorprendersi per la sconfitta dei giallorossi, che avevano vinto di misura e con sofferenza le precedenti partite contro Genoa, Udinese e Cagliari. Grazie alla potenza di Dzeko, erano riusciti a recuperare sulla Samp però poi la squadra di Giampaolo – uno dei tecnici che meglio sta lavorando in questa stagione, come ricorderà anche Sarri per le sofferenze provocate al suo Napoli – ha avuto un sussulto e ha chiuso la partita con Muriel, attaccante destinato ad altri palcoscenici. La Juve non ha corso il benché minimo pericolo sul campo del Sassuolo, chiudendo la pratica in un quarto d’ora con Higuain, che ha firmato prima il quindicesimo gol e poi l’assist per Khedira. Una sola ma rilevante ombra: Dybala, che sta trattando il rinnovo del contratto, ha rifiutato di stringere la mano ad Allegri nel momento della sostituzione con Pjaca. Il primato dei bianconeri è legittimo, tuttavia si nota un atteggiamento timido da parte dei loro avversari, ad esempio Bologna, Lazio e Sassuolo. Quando il Pipita e i suoi compagni hanno trovato squadre aggressive, come la Fiorentina, sono caduti. Vi fu polemica sulla interpretazione di un sussurro – peraltro sempre smentito dal club – di Buffon («Contro di noi gli avversari si scansano»), però è indubbio che la Juve – per propria forza ma anche per carenze di talune rivali – non soffre.
Fonte: Il Mattino