Sarri: non si lascia incantare dai numeri magici del 2017 e della lunga serie positiva, né dai complimenti per il bel gioco del suo Napoli. E soprattutto non si distrae con i traguardi a lunga scadenza e con il pensiero scudetto, pensa soltanto alla partita di stasera al San Paolo.
«Proveremo a battere il Palermo, è l’unica cosa che m’interessa in questo momento: è una partita difficile perché c’è il grande rischio della superficialità. Abbiamo sofferto in casa per vincere contro la Sampdoria e siamo stati bloccati sul pareggio dal Sassuolo, due squadre che in trasferta hanno conquistato meno punti del Palermo: se qualcuno pensa che la partita sia facile è fuori strada, il nostro obiettivo è di non sbagliare assolutamente nulla in questa gara».
Al Napoli l’Oscar del bel gioco? «Non lo so e non m’interessa, l’unica cosa che mi sta a cuore adesso è fare risultati e punti».
Quali insidie nasconde questa partita con il Palermo? «Le insidie sono quelle che il Palermo in trasferta ha fatto i suoi risultati migliori. Per il cammino esterno è da metà classifica, ha delle individualità di alto livello e può aver spazzato via la negatività con il cambio di allenatore: una testa nuova può rigenerare tutto l’ambiente. Si tratta di una partita estremamente delicata, dobbiamo dimostrare che stiamo veramente crescendo a livello di mentalità».
Milik come sta? «Ho parlato con il ragazzo e mi ha detto di essere più contento di potersi allenare senza interrompere il programma perché non si sente ancora completamente pronto».
L’ingorgo di date della prima settimana di marzo: lei che ne pensa? «Per regolamento credo non si possa giocare dopo 48 ore e noi abbiamo il diritto a chiedere l’anticipo al venerdì contro la Roma prima della Champions. Il guazzabuglio deve risolverlo la Lega».
Chiriches è pronto per giocare? E Pavoletti che impressione le ha fatto nella sua prima apparizione contro la Fiorentina? «Chiriches se fa 25 minuti di allenamento viene definito pronto: è guarito ma solo da un giorno si sta allenando in gruppo e non penso che sia al cento per cento visto che negli ultimi quaranta giorni dopo l’infortunio del 22 dicembre non si è potuto allenare al top con il gruppo. Pavoletti ha fatto quello che mi aspettavo, veniva da un lungo periodo d’inattività e non può essere al meglio della condizione fisica: i minuti lo potranno aiutare e ci vorrà un po’ di pazienza. Dal punto di vista muscolare è solido, per arrivare al massimo avrebbe bisogno di giocare: vediamo di coniugare al meglio le sue esigenze con quelle della squadra».
Come ha visto Maksimovic contro la Fiorentina: prosegue nei passi avanti che si aspettava? «L’ho visto bene contro Kalinic, uno degli attaccanti più difficili da leggere perché sa attaccare la profondità e venire incontro, un repertorio vasto e difficile da decifrare: Maksimovic è in grande crescita e ha fatto un’ottima partita con Albiol».
In gruppo questa settimana ha avuto anche Leandrinho e Ghoulam: che sensazione ha avuto? «Leandrinho non l’ho visto perché si sta allenando a parte: il ragazzo ha bisogno per una decina di giorni di un lavoro particolare per trovare la miglior condizione fisica. Ghoulam è tornato dalla Coppa d’Africa, l’unica manifestazione autorizzata durante lo svolgimento dei campionati, ed è da prendere con le pinze perché viene da un contesto nettamente diverso per il modo di allenarsi e di alimentarsi:come se fosse stato via tre mesi e non venti giorni. Al di là di tutte queste considerazioni potrebbe esserci l’esigenza di un suo rientro immediato».
Come si prepara la partita contro un avversario che ha appena cambiato l’allenatore? «Facendo un misto tra il cammino del Palermo fino a questo momento e quello che ha fatto Lopez nelle due esperienze precedenti: in questi giorni abbiamo studiato il Palermo per le individualità e i movimenti di Cagliari e Bologna».
Cosa sogna tra campionato, Champions League o coppa Italia? «Io non sogno e se lo faccio non mi ricordo un ca…, forse per l’eta. Comunque, l’unico sogno che potrei fare ora è il Palermo, m’interessa solo questa partita: è inutile pensare alla Champions tra venti giorni, alla coppa Italia che c’è tra un mese».
Ma sognare è legittimo? «Deve sognare la gente, i tifosi è giusto che lo facciano: noi se possibile dobbiamo alimentare i sogni ma dobbiamo restare con i piedi per terra e pensare di partita in partita affrontando ognuna come quella della vita. Le somme si tirano alla fine».
Le è dispiaciuto non essere riuscito a valorizzare al meglio Gabbiadini? «Gabbiadini con me ha avuto l’anno scorso la media gol più alta di tutta la sua carriera segnando un gol ogni 96 minuti».
Lei ha fatto spesso appello alla maturità: contro Milan e Fiorentina la squadra ha dimostrato di saper soffrire, c’è bisogno di un terzo indizio contro il Palermo? «Di sicuro è così, quella contro il Palermo è la prova più difficile perché restare mentalmente in partita è più semplice a San Siro contro il Milan o in una partita a eliminazione diretta di coppa Italia contro la Fiorentina: in questo senso la sfida della verità è questa, nella quale dovremo dimostrare la stessa determinazione degli ultimi due impegni».
Dalla società ha ricevuto indicazioni sulla cessione di Gabbiadini? «Al momento no».
Cosa pensa di quei giocatori che attraverso i propri procuratori chiedono di essere ceduti perché giocano poco? «Penso che un procuratore di altissimo livello non lo farebbe perché andrebbe a toccare gli equilibri di una squadra e entrerebbe nella professionalità di altre persone. È come se un allenatore se la prendesse con il procuratore quando un suo giocatore fa una brutta partita».
Tratto da Il Mattino