Se magari vi fosse sfuggito qualcosa, se qualcuno l’avesse dimenticato.
«Abbiamo dimostrato di nuovo la grande squadra che siamo».
Se Milan-Napoli rimanesse esercizio statistico, soltanto una vittoria in più; se uscire da San Siro in quel modo, a cresta alta, e inchiodati all’elite vi apparisse come la normalità, se tutto ciò ch’è accaduto, i complimenti di Galliani, quelli in video d’Ambrosini che ha scomodato paragoni con il Milan di Gullit e Van Basten, se insomma si ritenesse che il «più bello spettacolo del week end» rientrasse nel dovere istituzionale. «Siamo riusciti a vincere anche a Milano, dove è difficilissimo».
Un capitano, c’è solo un capitano che si espone così tanto, e periodicamente, vada come vada: una tastiera, pensieri sparsi affidati al proprio sito per la propria gente, e un viaggio nel passato più recente per ricapitolare, riordinando le idee. «Una vittoria sofferta ma meritata». E’ andata pure questa, e certo non era agevole: anche se poi, quando ormai era appena cominciata, sembrava lo fosse diventata. «Abbiamo cominciato proprio bene, subito in partita».
Il Napoli che t’aspetti, si prende la scena, la tiene per sé, gioca il suo calcio verticale, palleggi in ampiezza e in profondità, esibisce tracce di contropiede ma di statura, trova le linee di passaggio e si ritrova a occhi chiusi, come in occasione dell’1-0: da Mertens ad Insigne, praticamente con un no-look, tanto lo so che sei lì. «E noi abbiamo avuto un impatto immediato».
Hamsik parla, poche cose, però centrali nell’economia del momento: non c’è da perdersi in discorsi, ma puntare dritto al cuore di questa stagione, che vive ogni giorno e dunque anche domani sera, quando al San Paolo arriverà la Fiorentina e ci sarà in palio il passaggio alla semifinale di coppa Italia, altre emozioni, altro pathos, altre vibrazioni. «Noi siamo già con la testa alla Fiorentina». Ma anche oltre, perché questo 2017 è cominciato come meglio non poteva: il Napoli vince ancora, l’ha fatto con la Sampdoria, con lo Spezia, con il Pescara e poi a Milano; ha segnato tanto, come sempre, e ha divertito altrettanto: se lo è goduto chi era in tribuna, chi si è accomodato dinanzi al televisore, ma anche chi era in campo, come quel capitano che anche ora non le manda a dire: «Siamo felici perché siamo stati capaci di imporci in uno stadio difficile e contro un’avversaria di qualità. Ma dobbiamo continuare, adesso».
C’è la Fiorentina, domani; poi sarà la volta del Palermo, domenica sera, poi si entrerà nel clima della Champions, alla quale il Napoli si avvicinerà prima affrontando il Bologna e poi anticipando con il Genoa: il quindici febbraio, insomma, non è poi così lontano, e rappresenterà la prima parte dell’evento di un 2017 che ingolosisce chiunque,
Hamsik compreso: «Stiamo facendo molto bene, in questo mese abbiamo dato conferme; ora dobbiamo guardare a noi stessi e poi alla fine vedremo dove saremo».
E’ stata una serata magica, un’altra: il football accattivante, che spinge alla standing ovation; l’ennesima impresa a San Siro, uno stadio divenuto amico negli ultimi anni; una trentina di minuti di straordinaria eleganza, nella quale però Hamsik, onestamente, riesce anche a trovare quel neo ch’è stato notato in diretta: «L’unica cosa che conta è aver vinto ed aver conquistato i tre punti, che ci lasciano in una posizione di classifica meravigliosa. Però potevamo chiuderla prima, perché abbiamo avuto la possibilità di fare il terzo gol prima che il Milan accorciasse le distanze. Ci è costato qualcosa, in termini di energia, ma possiamo essere soddisfatti».
Fonte: CdS Campania