L’editoriale:
“Perché, che si tratti d’una squadra di pallone, d’una città (visto che c’è chi ne parla) o di chi si voglia, l’identità non è fatto acquisito ma ricerca mai facile e spesso tormentata, come sa bene chi questo percorso, consapevolmente oppure no, lo compie tutti i giorni. Ma se è vero che l’uomo moderno sembra condannato alla ricerca di se stesso, stessa cosa vale – può valere – per un allenatore? Ebbene, forse pure questo ha detto il confronto azzurro con il Milan. Ha detto, forse, che anche il signor Sarri sta percorrendo il suo sentiero. Quello che può portarlo a nuove e personali e vincenti identità. «Non firmo per il secondo posto», ha infatti appena detto mostrando più consapevolezza, più coraggio, forse anche più fiducia in se stesso rispetto a qualche tempo fa, quando sembrava arrendersi preventivamente ai fatturati. Che hanno il loro peso, ci mancherebbe, ma che non sempre sono tutto nel pallone. E allora, è cominciata una stagione nuova per l’allenatore. E se è così, già a Milano almeno per un tempo se n’è visto il riflesso positivo e spettacolare sulla squadra? Presto si capirà. Intanto una cosa è certa: con un Napoli così, capace di grande calcio e anche di grandi sofferenze, il campionato più che aperto è spalancato. C’è dell’altro nell’azzurra notte milanese? Certo che c’è. Vista la formazione? In avvio dieci del vecchio Napoli e uno solo nuovo, ma giusto per una cattiva congiunzione Chiriches-Koulibaly. Gli altri, tutti gli altri fuori, quasi il mercato (estivo od invernale non fa differenza) nonostante i cento e passa milioni tirati fuori dalla tasca sia cosa marginale. Quasi a dar forza all’idea che il vero nuovo acquisto di gennaio possa essere proprio il signor Sarri. Il nuovo signor Sarri, che potrebbe fare la differenza in questo secondo segmento di stagione. E se è così, perché non fantasticare che la notte di Milano sia stata già una mezza prova generale per Madrid?”