Sorride quando gli viene detto che Oddo lo reputa tra i migliori al mondo.
E che qualche volta gli ha rubato trucchi del mestiere. «Ah sì? Ha detto così? Esagera… Pure lui è bravo nonostante sia un emergente, lo ha dimostrato in tutta la parte iniziale»
Sarri, raccontano dall’interno degli spogliatoi, che lei ha individuato il malessere del Napoli nel primo tempo e ha predicato calma assoluta durante l’intervallo: è così? «Sapevo che il Pescara sarebbe crollato. Non poteva reggere quei ritmi. Ci avevano bloccato ovunque con un pressing alto molto intenso, dovevamo aspettare soltanto il momento giusto per colpire e restare lucidi. Questo ho detto ai miei, con tono ovviamente incavolato. Bravi loro nel primo tempo però ricordiamoci che Reina non ha dovuto compiere nemmeno una parata. Bisognava sbloccare e basta: dopo il gol di Tonelli il match è stato a senso unico».
Quarantacinque minuti iniziali sonnolenti, poi una reazione da vero Napoli: come ha cambiato passo la squadra? «Visto che raddoppiavano sugli esterni, ho chiesto a Insigne e Callejon di stringere la posizione, accorciare maggiormente su Mertens perché con il palleggio veloce e ravvicinato avremmo guadagnato metri preziosi. Alla fine è andata così, per quaranta minuti del secondo tempo abbiamo dominato in ogni zona e in tutti i duelli».
La classifica è lì e dice che le grandi continuano a vincere alle spalle della Juventus: l’obiettivo del Napoli è raggiungere i bianconeri o arrivare al secondo posto? «A me non frega niente di loro. Anzi, vi dico che non vedrò nemmeno la partita di Firenze… È sbagliato vedere sempre in casa di altri, la Juve non mi interessa. È un gruppo che vince da tante stagioni, supportato da una grande mentalità, quella che probabilmente fa ancora la differenza con le altre rivali. Il fatto che spesso la formazione di Allegri vinca non giocando bene è sinonimo di enorme maturità e non di buona sorte. Lasciamo perdere i bianconeri, meglio concentrarsi su noi stessi e sul percorso che ci aspetta: lungo e migliorabile».
Vincono tutte, nessuno molla. «Corriamo tutti come i pazzi. Sta venendo fuori un campionato dove è complicato restare agganciati alle prime tre-quattro posizioni. Basta un pareggio per scivolare dietro. Era logico prevedere il rientro delle milanesi con tutti gli investimenti che stanno facendo. Subentra lo stress quando devi sempre vincere ma non soltanto per noi».
Ieri niente campo per Gabbiadini e Pavoletti, l’attaccante che sta per partire e quello appena arrivasto: come mai? «Nessun caso, semplicemente la gara mi ha portato a fare scelte alternative. Abbiamo gestito bene fino al novantesimo e non ho voluto cambiare».
Fiducia al solito falso nueve, ben ripagata da Mertens. «Mi sta dando grandi soddisfazioni. Rende al massimo sia da esterno offensivo che da punta centrale. È nel momento migliore, in passato ha reso meno rispetto alle sue potenzialità. Come Tonelli, che sa farsi trovare sempre pronto nonostante la lunga inattività».
Ma la difesa ha beccato il gol pure dall’ultima della classe. «La verità è che ultimamente siamo così abili da buttare noi stessi la palla dentro. Tra autoreti e rigori fate i conti voi. Dal campo ho avuto l’impressione che il penalty fosse netto, rivedendolo invece in televisione devo ricredermi. Peccato, stavamo gestendo bene la fase difensiva, con zero sofferenza. Comprendo la rabbia di Reina, sono situazioni ssurde che si ripetono e che bisogna azzerare. Anche questo fa parte di quella famosa mentalità che deve progredire in fretta. Speriamo almeno che serva da lezione».
Fonte: Il Mattino