Tonelli, ancora. Hamsik, immenso. Dries, come al solito. E’ la fotografia di un Napoli che soffre, la sblocca, la chiude. Fotografia di un attacco che sa giocare da squadra quando la stessa si leva di dosso le ansie di un goal che fa fatica ad arrivare. Callejon spreca tanto e lavora ancora di più a destra e dall’altra parte un Insigne a corrente alternata ci prova in continuazione. Sfortunato, lavora sempre per la squadra, Lorenzo. In mezzo c’è Dries che lo fa da vero centravanti quel goal. Detta il passaggio, attacca la profondità, per Allan da destra è semplice ricamare. Pavoletti e Gabbiadini fuori indicano un Napoli che sceglie di giocare senza centravanti puro per disorientare un Pescara camaleonte che cambia modulo tattico piu volte in partita. All’inizio il 3 contro Dries organizzato da Oddo premia i pescaresi che non vedono Tonelli che si stacca su calcio piazzato. E’ il momento in cui la partita cambia. L’attacco genera gioco e dal gioco viene alimentato soprattutto quando Oddo rinuncia ad un difensore per alleggerire il gioco sugli esterni e cerare quell’uno contro uno che mai è fatale per gli azzurri. I minuti che scorrono raccontano cosi i ricami di Allan che subentra a Zielinki , le giocate di Mertens e la sfortuna di Insigne e di Callejon che meriterebbero il goal. La squadra azzurra raccoglie tre reti quando il suo gioco è funzionale alla verticalizzazione ed alla sovrapposizione che mai manca al Napoli soprattutto quando si parte e si allunga. Positiva la prova, tre goal più quelli che mancano perché in perfetto ordine Gabbiadini, Pavoletti e Milik devono completare un mosaico che promette solidità di idee e generosità di reti. I tempi dei rimpianti sembrano alle spalle. Il Napoli si affaccia al 2017 con forza, impeto e bellezza. San Siro sabato prossimo ci dirà in che direzione andrà questo Napoli.
a cura di Alessandro Tullio