Il Napoli apre il nuovo anno con una vittoria al fotofinish, ottenuta rimontando lo svantaggio iniziale provocato da una sfortunata autorete di Hysaj. È Tonelli, all’esordio assoluto in maglia azzurra, a mettere dentro il pallone da tre punti quando le lancette sono ormai prossime allo scadere del robusto extra time concesso dal direttore di gara. Una vittoria importantissima, che permette alla squadra di Sarri di mantenere il passo delle dirette concorrenti per un posto nell’Europa che conta. Tra le notizie più liete spicca la buona prestazione di Tonelli che, oltre al gol vittoria, riduce ai minimi termini l’azione offensiva dell’ex Quagliarella. Dall’altro goleador della gelida serata napoletana, Manolo Gabbiadini, arriva l’altra buona notizia della partita. Tuttavia, il gol di Manolo, che bissa quello realizzato a Firenze, fa aumentare il rammarico per quello che rimane un talento assoluto che a Napoli si è visto solo a tratti, sporadicamente. Nonostante i rumors di mercato, sembra certo il suo saluto a Napoli e all’Italia in questa finestra invernale di trattative. Napoli-Samp ha fatto registrare l’ennesimo svarione di una difesa che Sarri fatica a registrare. Va detto che la coppia di centrali era l’inedita Tonelli-Chiriches, vista la contemporanea assenza dei titolari Albiol e Koulibaly. A macchiarsi dell’errore di giornata sono stati Strinic e Chiriches che si sono lasciati sorprendere in occasione del vantaggio dei liguri. In definitiva, era importante vincere, per tenere il passo delle dirette concorrenti e, se per una volta la squadra di Sarri ha badato al sodo, mettendo da parte gli estetismi a cui ci aveva abituati, poco male. Dopo tutto, chi vince da anni lo ha fatto quasi sempre badando alla sostanza del risultato, esprimendo solo sporadicamente sprazzi di bel calcio. Tuttavia, se per altri vincere badando al sodo, essere cinici piuttosto che belli, viene considerato un pregio, una virtù da vincenti, una grossa qualità, nel caso del Napoli c’è qualcosa che non funziona. Noi invece, leggiamo questa vittoria come un segnale di crescita, senza criticare sempre e comunque. Proprio in questi giorni il nostro allenatore compie gli anni e ci aggiungiamo al treno di auguri che lo stanno raggiungendo, augurandogli anche di arricchire il proprio curriculum personale, vincendo qualche bel trofeo magari sulla panchina della squadra azzurra. Quella di sabato sera, è stata una vittoria che ha scatena un vespaio di polemiche con al centro sia il direttore di gara che Pepe Reina. In massa sono partite aspre critiche al portiere spagnolo, che ha accentuato la caduta sul l’intervento di Silvestre, costato il secondo giallo al difensore blucerchiato. Premesso che le immagini lasciano molti dubbi sull’effettivo contatto tra il difensore doriano e Pepe Reina, rimane l’azione di disturbo ed il comportamento antisportivo, un’azione tutto sommato persino ingenua. Se sono comprensibili le proteste del presidente Ferrero, anche se inappropriate nella forma, risultano sgradevoli quelle provenienti da media e opinione pubblica.
Viene da chiedersi dove erano questi puristi dell’ultima ora, quando il viola Kalinic veniva graziato dall’arbitro che, invece di ammonire per la seconda volta l’attaccante della Fiorentina, pensava bene di ammonire Reina. Ed inoltre, come mai nessuno da peso al mancato rigore per il fallo subito da Callejón? Se vogliamo dirla tutta, gli errori dell’arbitro di Napoli-Samp sono stati diversi, più o meno equidistribuiti e far passare la vittoria degli azzurri come un regalo dell’arbitro è oltremodo sgradevole. Una caccia alle streghe che non ha eguali in Italia, una macchina del fango che si innesca esclusivamente per sporcare il Napoli, mentre chiude occhi e orecchie di fronte ai continui episodi che coinvolgono le solite note, favorendole con una certa frequenza. Chissà cosa hanno detto i detrattori di Reina, che ne invocavano la squalifica con la prova televisiva, quando Buffon ammise che mai avrebbe aiutato l’arbitro di un Milan-Juve che non convalidó un gol regolare al rossonero Muntari. Il calcio è una espressione della società in cui viviamo e questa macchina del fango è un ingranaggio di un ben più grande meccanismo volto a denigrare la nostra città. Avanti Napoli, Avanti.
Riccardo Muni