Sarà una questione di ruolo, sarà una questione di carattere, ma il feeling tra Manolo Gabbiadini ed il Napoli non è mai sbocciato. Con l’acquisto di Pavoletti, l’esplosione di Mertens e l’imminente rientro di Milik, le porte per l’ex Samp si sono chiuse definitivamente. Strano il calcio, strana la vita, perchè con la partenza di Higuain e l’infortunio del polacco sembrava essere giunto finalmente il momento della consacrazione. Purtroppo, il talento classe ’91 ha faticato ad emergere nello scacchiere partenopeo, siglando un unico goal su azione alla sesta giornata, contro il Chievo. Nella trasferta di Crotone, poi, l’idea di un divorzio a gennaio prende forma: con il Napoli in vantaggio, Gabbiadini scalcia rabbiosamente un avversario e viene squalificato per due giornate. Nasce così l’esperimento di Mertens centravanti, con il belga subito in rete nella gara casalinga con l’Empoli. Come finirà lo sappiamo tutti: Dries acquisisce dimestichezza con il nuovo ruolo, si carica il Napoli sulle spalle e timbra il cartellino 9 volte negli ultimi 4 match. Il treno azzurro, insomma, è passato, eppure Manolo non è riuscito a salirci in tempo. Una sconfitta, però, che non ferisce solamente l’animo del calciatore, ma quello dell’intero club, che solo un anno fa aveva respinto la serrata coorte del Wolfsburg. Oggi, invece, il penalty messo a segno contro la Fiorentina rischia di essere l’ultimo saluto ad un talento rimasto inesploso.
Calcio in pillole, rubrica a cura di Umberto Garofalo
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