Cento giorni, gli disse il professor Mariani; e cento giorni, confermò, stupito, il dottor Alfonso De Nicola, quando ancora non era possibile lanciarsi in previsioni ottimistiche: ne sono passati ottantaquattro dall’intervento del 10 ottobre, ne serviranno altri sette per andare al consulto a Villa Stuart, forse la sera del 10 – chissà, è difficile ma può darsi – gli toccherà la panchina, che però dovrebbe essere sua il 15, di pomeriggio, al San Paolo, contro il Pescara. Servirà per saggiare di nuovo il profumo dell’erba, per avvicinarsi alla sfida di Madrid del 15 febbraio, dove Milik vorrà esserci e farà altri sacrifici affinché ciò accada. Il nove si va dal professor Mariani, il dieci, chi può dirlo?, c’è la Coppa Italia con lo Spezia ma il vero cerchietto è intorno al quindici (di questo) mese, per la sfida al Pescara; e poi, a quel punto, serviranno solo altri trentuno giorni per andare incontro al Real Madrid, per rodarsi come ha fatto in questi tre mesi scarsi, lavorando sodo dalle nove del mattino alle cinque del pomeriggio.
Perché il 9 ottobre gli aveva lasciato dentro un dolore incontrollabile, scacciato sudando e credendo in se stesso, rimettendosi al centro dell’area di rigore per afferrare il cross giusto al momento giusto: gli serviva, adesso, semplicemente un pallone. «E adesso torno più forte di prima».