Napoli-Real, è polemica sul “secondary ticketing”

Cinquemila: ma cresceranno, certo che sì, e si moltiplicheranno, e riempiranno il San Paolo, perché ci sono notti bianche a cui è impossibile rinunciare. Il 7 marzo è l’appuntamento ed altro (quasi) sembra non esista: è un virus collettivo, è ovviamente contagioso, non fa sconti, non inibisce, trascina dritto al San Paolo, per Napoli-Real Madrid, saltando a piè pari la data del 15 febbraio, che provvederà da sé a travolgere ancora, perché i charter organizzati sono quattro ed altri otto sono in fase di allestimento. Però l’«ossessione» e la sfida del ritorno ed è partita la corsa pazza al biglietto, con le scadenze che sono state scelte dal Napoli: è andato via, bruciato manco fosse una sigaretta, il primo blocco da duemila cinquecento biglietti; ed il secondo – sempre la Nisida e la Posillipo – destinata agli abbonati, s’è dissolto con eguale rapidità. Poi ci saranno i Distinti, le Curve, bisognerà attendere – nell’ordine – il 9 gennaio ed il 16, perché c’è un calendario per chiunque, e magari ci vorrebbero due stadi, forse tre, perché le richieste – a naso – sono ben oltre le centomila. È impossibile fronteggiare la domanda, largamente superiore all’offerta dei 60.240 a cui bisognerà sottrarre i circa quattromila posti da destinare ai tifosi del Real Madrid.
 
LA RABBIA

È un evento, l’appuntamento con la Storia, è molto più d’una partita di calcio, qualcosa da regalarsi, per viverla e raccontarsela, un giorno: è Napoli-Real Madrid ed ha scatenato l’ira di questa Woodstock virtuale (che diventerà reale) scatenatisi sul web come e più d’un mese fa, quando la prevendita del concerto dei Coldplay ha (re)introdotto nello scandalo dei biglietti, ha scoperchiato il mercato parallelo che diventa bagarinaggio online. Il secondary ticketing viene affiancato adesso a questa vigilia infinita, ch’è cominciata con largo anticipo e che viene vissuta pure con rabbia, perché intanto, chi non è riuscito a trovare il biglietto attraverso i canali autorizzati ed ufficiali ne avrebbe scoperti altri, con prezzi inavvicinabili (duecentoventi euro per le curve, che pure non sono state ancora messe in vendita, tranne quelle per gli abbonati, cui è riservato il diritto di prelazione; mille e quattrocento per una Posillipo, che il Napoli ha però venduto a centonovanta euro). Neppure un San Paolo da centomila (comunque) avrebbe sottratto ai veleni.

Fonte: CdS

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