Conte 8,5
Il 2016 è stato l’anno in cui Antonio Conte è uscito in via definitiva dal cono di luce della Juve e ha cominciato a brillare di luce propria. Nei quarti dell’Europeo, come c.t. della Nazionale, ha costretto la Germania campione del mondo a una qualificazione risicata, sul filo del nono rigore. Lo ha fatto con un’Italia vecchia per età, fondata su Buffon e farcita di onesti pedalatori gregari. Promemoria: la mediana di quella sera a Bordeaux era formata da Sturaro, Parolo e Giaccherini. Poi si è trasferito in Inghilterra e ha portato il Chelsea in cima alla Premier con una striscia di 12 vittorie consecutive. Il metodo Conte passa per la cura di ogni particolare e per la «spremitura» dei giocatori. Non c’è oggi un allenatore che più di Conte sappia ricavare il meglio da ogni calciatore e trasportare chiunque oltre la linea d’ombra dei propri limiti. Conte è un allenatore che si nutre di tensioni e di ossessioni: chi riesce a reggerne l’impatto scopre dentro di sé risorse che neppure immaginava di avere. Fonte: gasport