Quando si avvicina la notte di San Silvestro ci prepariamo a salutare l’anno che sta per finire mentre diamo il benvenuto a quello nuovo. Il 2016 è stato il più classico degli anni bisestili, un anno funesto che ha fatto molte vittime soprattutto nel mondo della musica. Da David Bowie fino a George Michael, passando per Prince e Keith Emerson ma, a dare il tetro presagio di ciò che sarebbe successo nel 2016 era stata la scomparsa di Lemmy Kilminster, leader dei Motorhead, il 26 dicembre di un anno fa. Un anno di stragi e di sangue, di morti innocenti e assurde che vogliamo tutti dimenticare in fretta. Parlando di calcio e di Napoli, non possiamo discostarci molto da quanto detto poco fa. L’illusione dello scudetto d’inverno, la maledetta partita di Torino; il palo alla destra del milanista Donnarumma che ha negato la gioia del gol a Mertens, della vittoria con ritorno in vetta al Napoli e, poche settimane dopo, la disfatta di Udine che ha messo fine ad un sogno che Napoli ha accarezzato a lungo e che, in fondo, avrebbe meritato di vivere. L’addio del traditore argentino, che ha ceduto alle lusinghe del nemico scappando via come un ladro; intanto, nella tristezza più assoluta, vive scortato a Torino dove vincerà uno scudetto facile facile, non prima di essersi curato le ferite di una supercoppa persa nella stessa maniera con cui, due anni prima, aveva trionfato…da protagonista assoluto! L’infortunio di Milik, la tristezza di Gabbiadini ed il ritardo in classifica a cui il Napoli sta faticosamente ponendo rimedio. Insomma, un anno non facile per Sarri ed i suoi ragazzi che, tuttavia, non hanno alcuna intenzione di lasciarsi vivere! C’è del buono nell’anno che sta finendo ed è, senza alcun dubbio, la qualificazione agli ottavi di Champions League che porterà Hamsik e compagni a sfidare i più grandi d’Europa, il Real Madrid. In chiave futura, il 2016 è stato un anno di studio, trecentosessantasei giorni passati a studiare per diventare grandi e vincenti; un investimento in termini di tempo e sacrifici che porterà i suoi frutti negli anni a seguire. Per costruire qualcosa di vincente bisogna partire dalle fondamenta che, nel nostro caso, sono alcuni tasselli fondamentali attorno ai quali costruire l’intero mosaico. Il riferimento è per capitan Hamsik, che aveva da poco tempo giurato eterna fedeltà ai colori di Partenope e a cui si è aggiunto Dreis Mertens, che ha deciso di seguirne l’esempio. È proprio il folletto belga il protagonista dell’ultimo scorcio di 2016 che, con otto gol segnati nelle ultime tre partite, ha rilanciato il Napoli in zona Champions e cancellato definitivamente il ricordo di mister trentasei reti. Il dato più interessante di questo scorcio di stagione è il maggior numero di reti segnate rispetto ad un anno fa, nonostante la partenza di Higuaìn. Se il Napoli gioca meglio rispetto allo scorso campionato, se segna di più e se in gol va un numero maggiore di calciatori è solo grazie ad un anno e mezzo di lavoro di Maurizio Sarri. Il suo calcio non è facile da assimilare, ha bisogno di tempo e applicazione costante. Un esempio su tutti: un anno fa Chiriches era in difficoltà mentre quest’anno gioca con il piglio del leader, senza sbagliare un colpo. Sono certo che di Maksimovic (…e probabilmente anche Tonelli…) diremo la stessa cosa tra dodici mesi. A fine 2016 il Napoli si ritrova senza bomber principe ma con una rosa più ampia sia di quantità che di qualità; con un gioco più fluido e armonioso e con maggiore convinzione di poter essere, nei prossimi anni, maturo e vincente. Ciò che andava risolto la scorsa estate si sta risolvendo in queste ore. Parliamo dell’avvicendamento tra Gabbiadini, che con il rigore del 3 a 3 di Firenze si è congedato dalla piazza partenopea e Leonardo Pavoletti, centravanti proveniente dal Genoa. Non sappiamo se sarà l’unico sussulto del mercato di gennaio ma abbiamo la certezza che l’inizio della sessione degli azzurri è stata scoppiettante. Che il 2017 sia a tinte d’azzurro è il nostro auspicio: buon anno Napoli!
Riccardo Muni