Pavoletti introdurrà nel futuro. «Già firmato con il Genoa: bisogna solo espletare il rito delle visite mediche». Accadrà domani, in questo 2017 che ha scadenze prioritarie, che ha emozioni da vivere, che inchioderà il Napoli al suo ruolo, ormai sedimentato, di Grande: «Il Real Madrid rappresenterà un’occasione storica: affrontiamo uno dei club più prestigiosi, forse il più importante in assoluto, che ha un fatturato superiore al nostro di quattro volte. Sarà un po’ come Davide contro Golia, ma noi li affronteremo come sappiamo: e se non subiremo l’autorevolezza di Cristiano Ronaldo e compagni e mostreremo la nostra solita personalità, al ritorno potremo dire la nostra con la forza dei tifosi del san Paolo».
Tanti auguri, Napoli, con la firma in calce di Aurelio De Laurentiis, dodici anni insieme per issarsi tra le stelle, per osservare il Mondo da quella dimensione favolistica: «Con Sarri ho trovato il mio vero, grande regista. Sembra quasi che lo abbia rubato al cinema. Ha scritto un copione straordinario, c’è un calcio che diverte, che non è mai noioso». Ciak, si gira: e mentre intorno s’avverte la magia del Real, quel fascino romantico d’una Champions che attira, il pacco-doni di quest’anno seducente è la sensazione di poter recitare (ancora) da protagonista. «La Juventus è fortissima, ha una Storia, una Famiglia alle spalle: però non è imbattibile». E’ stato bello, ed anche bellissimo, è stato il 2016 di Higuain («Voleva andare alla Juve per vincere, ma a Doha ha perso»), è stato il quadrimestre di Mertens («Altro che falso nueve: è uno scugnizzo, forse persino più di Insigne, ch’è pensieroso, mentre Dries è spensierato»), è stato un fotogramma ma accecante di Milik («Sta facendo allenamenti fantastici, non faccio previsioni ma sento che lo rivedremo in campo dal primo febbraio»), è stato il lampo del Milan in Supercoppa, un flash per scherzare un po’ (anche) con il mercato: «Mi è piaciuto, hanno vinto come facemmo noi. Hanno due-tre giocatori che mi piacciono e farebbero al caso nostro, ma niente nomi». Donnarumma, De Sciglio e Romagnoli: elementare, Watson?
Fonte: Cds