Il Mattino – “Mertens come Diego, è tornata l’anti-Juve”

Il Napoli, in attesa del rientro di Milik e dell’arrivo di Pavoletti, può rallegrarsi perché ha il migliore attacco: 37 reti, una in più della Juve e della Roma, che non è riuscita a superare indenne l’esame di sabato scorso a Torino. Mertens è un autentico fenomeno. Segna reti straordinarie, l’ultima delle quattro al Torino è stata una palombella che ha ricordato le prodezze di Maradona. Diego, suo tifoso, ne chiese la maglia e gli donò quella che indossava nell’87, con lo scudetto sul petto, come regalo per il ventinovesimo compleanno. Dries è anche altro. È intelligenza calcistica pura, sceglie sempre il momento giusto per l’inserimento in area e il servizio al compagno. E con il suo attaccamento alla maglia – bianca anziché azzurra: è ormai un portafortuna, tre vittorie su tre – cancella il ricordo di Higuain, quasi gelido l’altra sera davanti alle manifestazioni di affetto del tifoso-cabarettista Iodice in tv. Con il poker ai granata Mertens è arrivato a 10 reti, quante ne ha fatte un bomber di chiara fama come il Pipita. Il Napoli finalmente guarda avanti. Impetuosa l’onda azzurra che si è abbattuta sul campionato fin dalla partita con l’Inter, quando la squadra ha ritrovato se stessa dopo settimane in cui non riusciva ad esprimere il migliore gioco, ad essere efficace in attacco e concentrata in difesa. Mertens ha acceso la luce, non soltanto per i gol segnati da vera prima punta, altro che falso nove. Giocando in assoluta libertà, guida con padronanza questo bolide. Ha tramortito il Torino con tre gol in nove minuti (il secondo su rigore, primo fischiato in favore degli azzurri), poi si è concesso un colpo di classe nella ripresa, con quel magico pallonetto che è un’occasione di festa per i tifosi azzurri e rappresenta un segnale per il campionato. Questa prepotente rimonta mette il Napoli in condizione di proporsi come l’anti-Juve nella seconda fase del campionato, potendo sfruttare da gennaio Milik e Pavoletti, il rinforzo assicurato da De Laurentiis. Bellissimo il Napoli. Però ancora fragile in difesa, come dimostrano i tre gol presi dal Torino: lo sbandamento della linea sul primo, la presa debole di Reina sul secondo (ma c’era il tocco di Rossettini), l’ingenuità di Albiol sul terzo. Sono pecche che la squadra deve cancellare per essere realmente forte e competitiva per i massimi traguardi. Fa bene Sarri a tenere i suoi uomini sulla corda, chiedendone un miglioramento sul piano della mentalità per non subire quei gol definiti «leggeri», provocati non dalla pressione degli avversari ma appunto dalle leggerezze degli azzurri. Ieri nel reparto è stato assente un gigante come Koulibaly e a questo dovrà abituarsi il Napoli, perché Kalidou rientrerà a inizio febbraio, in tempo per il primo confronto di Champions League contro il Real Madrid. Che si è laureato campione del mondo battendo ai supplementari i giapponesi del Kashima Antlers. Ha sofferto e rischiato la clamorosa sconfitta, si sono viste crepe nella difesa che possono autorizzare grandi sogni. Ma è un altro discorso, ne riparliamo a metà febbraio.

Fonte: Il Mattino

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