Avellino-Benevento 1-1
AVELLINO (4-4-2): Frattali 6,5; Gonzalez 5,5 Jidayi 6 Djimsiti 6 Asmah 5,5; Verde 7 (21′ st Bidaoui 5,5) Omeonga 6,5 D’Angelo 6,5 Belloni 6; Castaldo 5,5 (28′ st Lasik 6 ) Ardemagni 6 (11′ st Mokulu 5,5). A disposizione: Offredi, Radunovic, Diallo, Crecco, D’Attilio, Camarà. All. Novellino 6.
Falli commessi: 10
Fuorigioco fatti: 4
BENEVENTO (4-3-3): Cragno 6,5; Gyamfi 6,5 Camporese 6 Lucioni 6,5 Lopez 5,5 (26′ pt Pezzi 6); Del Pinto 6,5 Buzzegoli 6 (14′ st Falco 6,5) Chibsah 6; Ciciretti 7 Puscas 6 (33′ st Cissé 7) Ceravolo 6. A disposizione: Gori, Pajac, Padella, De Falco, Venuti, Jakimovski. All. Baroni (squalificato, in panchina Cozzi) 6,5.
Falli commessi: 12
Fuorigioco fatti: 1
ARBITRO: Pinzani di Empoli 6
Guardalinee: Bindoni e Baccini
Quarto uomo: Pasqua
MARCATORI: 7′ pt Verde (A), 37′ st Cissè (B)
AMMONITI: 7’pt Verde (A) per comportamento non regolamentare; 33′ pt Camporese (B) per gioco falloso; 44′ pt Frattali (A) per comportamento non regolamentare; 21′ st Pezzi (B), 24′ st Omeonga (A), 42′ st Del Pinto (B) per gioco falloso.
NOTE: spettatori 7.500 circa, incasso e abbonati non comunicati. In tribuna il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ospite dell’Avellino. Angoli: 6-3 per l’Avellino. Recupero: pt 4′, st 5′.
Lampi. Novellino sceglie di andare sul semplice, con il 4-4-2 che in Verde ha evidentemente il punto di forza: prima del gol, aveva già chiamato Cragno a un bell’intervento dopo soli 3 minuti. Baroni (squalificato) dall’altra parte insiste con il 4-3-3 ma sorprende schierando Puscas, e non Falco, nel tridente, con Ceravolo spostato a sinistra. Il Benevento accusa l’avvio ad handicap, l’Avellino si vede annullare un gol di Ardemagni (fuorigioco, giusta la segnalazione di Baccini) ma senza dare sostanza al vantaggio. La squadra di Baroni verrà fuori alla distanza, fino all’intervallo poche conclusioni e neanche troppo pericolose: la migliore chance è per Pezzi, entrato a freddo a metà primo tempo per l’infortunio muscolare di Lopez.
Contromosse. In prospettiva è un cambio che agevola il lavoro di copertura su Verde: Pezzi è un marcatore, Lopez un esterno che spinge. Non è un caso, allora, che il ragazzo cresciuto nella Roma lentamente si spenga, anche se restano dubbi sulla opportunità della sua sostituzione quando l’Avellino è ancora sull’1-0 grazie alla sua prodezza. Mentre Ardemagni si fa neutralizzare da Cragno (con l’aiuto di Camporese), il
Benevento si riorganizza: torna al 4-2-3-1 con l’ingresso di Falco e lo spostamento di Puscas a sinistra, e proprio il romeno chiama Frattali due volte all’intervento (il sinistro a incrociare, poi la deviazione da due passi su invito di Ciciretti). Come farà poi Falco prima del colpo di testa di Cissè sulla punizione dal lato corto pennellata da Ciciretti.
Mentalità. La chiave sta tutta qui: l’Avellino arretra e chiude con un 4-5-1 tirando fuori anche Castaldo e lasciando in attacco il solo Mokulu, che fa molto poco per meritare la fiducia di Novellino; il Benevento, invece, continua a giocare per provare a vincerla e chiude con un 60% di possesso palla e, a conti fatti, un maggior numero di conclusioni.
Per la squadra di Baroni una prova di solidità e maturità a dispetto di un avvio complicato che poteva ricordare l’altro derby, quello perso a Salerno. L’epilogo è stato diverso: se la Strega è lassù, da ieri al secondo posto, non è un caso. Questo gruppo ha dei valori e ora non può più nascondersi.
Corriere dello Sport