Renzo Ulivieri, il presidente degli allenatori italiani, è orgoglioso della sfida Sarri-Rastelli, due tecnici cresciuti in provincia e che hanno fatta la gavetta attraverso i campionati di serie inferiori prima di arrivare in serie A.
«Il percorso di Sarri è stato sensibilmente più lungo, un tirocinio più tortuoso prima di arrivare al grande palcoscenico, molto più breve quello di Rastelli che prima di diventare allenatore è stato un attaccante di buon livello. Ma la strada per arrivare è stata simile, sicuramente tutti e due sono arrivati dal basso».
Ed è bello vedere allenatori italiani che se la sono sudata sul campo prima di arrivare ai vertici… «Sicuramente è più bello perché dietro questi traguardi raggiunti c’è il sacrificio del campo, l’esperienza accumulata negli anni, passi in avanti e poi passi indietro, un percorso non semplice che ti forgia il carattere».
E Sarri di strada ne ha fatta davvero tanta: ora è tra i primi 16 tecnici di Europa. «Il Napoli ha fatto una scelta di gioco, un scelta importante che qualche volta ti dà e qualche volta ti toglie ma di base è la strada migliore per far crescere un gruppo di lavoro ed arrivare a risultati importanti».
Il segnale che sta passando l’esterofilia nel campionato italiano «L’esterofilia viene ma poi va via, anche all’Inter è passata. Il nostro campionato sul piano tattico è durissimo, ci sono allenatori di valore che preparano partite in maniera unica, come non succede da nessun’altra parte al mondo».
Sarri contro Rastelli, il trionfo della scuola italiana? «Sì, anche perché sono due concezioni diverse di gioco e la scuola italiana è proprio questa: la bellezza delle partite sta proprio nel fatto che si contrappongo squadra con moduli e filosofie di gioco diverse».
Il Mattino