C’è tanto Diawara nell’ultimo Napoli. Il talento del guineano già (interamente) al servizio della squadra e, se vogliamo, a seguito di un inserimento lampo. Tenuto conto dei tempi di apprendistato che richiede solitamente Sarri per i nuovi arrivati (vedi anche Rog), tenuto anche e soprattutto conto della sua età. Solo 19 anni, infatti, tanto da essere il più giovane in rosa. Ed anche di parecchio, considerato che ha due anni in meno di Rog e Lasicki, che diventano tre rispetto a Hjsaj, Zielinski, Insigne (Roberto) e Milik. Non è perciò un azzardo affermare che Amadou Diawara sia effettivamente deflagrato prima di quanto ci si aspettasse. Solo Zielinski, fra i nuovi acquisti, è stato in campo per più tempo (escludendo naturalmente l’impossibilitato Milik). Insomma, il gioiellino prelevato dal Bologna per una quindicina di milioni (ha un contratto fino al 2021) è riuscito a conquistare subito la fiducia di Sarri, e non solo. Poiché con una serie di prestazioni maiuscole tale fiducia l’ha rafforzata, diventando al contempo un beniamino dei tifosi. E non finisce qui: Amadou è passato quasi da subito in vantaggio su Jorginho nelle gerarchie di Sarri.
IL MOTIVO
E’ presto detto. Il ragazzino che sta bruciando le tappe sin dall’esordio (il 19 ottobre scorso, addirittura in Champions contro il Besiktas), ha mostrato presto di che pasta fosse fatto. Proponendosi con una grinta non comune per uno della sua età e senza timidezze di sorta. Facendosi vedere già da subito nel vivo dell’azione, chiedendo palla ai compagni con insospettabile autorevolezza, senza mai nascondersi dietro la carta d’identità. E, di rimando, ciò che più colpisce è che gli stessi compagni non hanno perso troppo tempo a dargli ampio credito, ad affidarsi alle sue giocate.
DA VETERANO
Certo, resta da mettere ancora a punto qualcosa, c’è da migliorare sotto il profilo delle geometrie, ma sin qui Amadou è riuscito a garantire concretezza ed intensità in mezzo al campo. A far girare il reparto come fosse un veterano, a dare respiro alla manovra, assicurando non solo interdizione ma anche considerevole appoggio e spinta. Un rendimento a dir poco sorprendente, anche se i primi segnali (già ben visibili) erano apparsi durante la sua precedente stagione bolognese. Non a caso il Napoli s’era messo tempestivamente sulle sue tracce, anche dopo averlo visto all’opera da avversario. Riuscendo ad anticipare in estate diversi pretendenti sparsi per l’Europa, mentre si consumava la definitiva rottura col club emiliano.
EMOZIONI
Lui così le chiama: “Emozioni Champions”, due significative parole postate su Instagram, dopo la fresca vittoria di Lisbona con annessa qualificazione agli ottavi. E c’è da scommettere che, il gioiellino a cui Sarri ha affidato le chiavi del centrocampo, stia vivendo di grandi entusiasmi. Anche quelli che gli sta regalando l’Europa, un mondo assolutamente nuovo e del tutto inesplorato per uno che solo due anni fa era nelle giovanili della Virtus Cesena. Ma tutto ciò che sta ottenendo in termini di consensi, Amadou se l’è guadagnato assolutamente sul campo.
SEMPRE PRESENTE
Non è stato solo frutto del caso se, dopo il debutto in maglia azzurra in una sfida-Champions (rilevando proprio Jorginho), sia riuscito a mettere assieme ben undici presenze, di cui sette da titolare e per intero (5 in campionato e 2 in Europa). Probabilmente s’è guadagnato la riconferma anche domani a Cagliari. Il Diawara che avanza di gran carriera ha partecipato con grande intensità ed incisività anche al recente affondamento dell’Inter al San Paolo: «Mentalità giusta, grande gruppo, importante continuare così», ecco le sue appassionate impressioni a caldo, sempre sul social. Piedi sapienti, rapidità d’apprendimento, smisurata voracità: gli ingredienti giusti per fare tanta strada. E tanta ne farà.