“Napoli – Il miracolo alla napoletana, in campo, si ricostruisce rapidamente e sa di escalation: perché è vero che qui c’è una Storia, scritta da Diego Armando Maradona in quella belle époque in cui Ottavio Bianchi assemblò il meglio, ma al di là del Settennato d’oro c’è rimasto il nulla, la catastrofe (calcisticamente parlando) d’una tabula rasa del Fallimento. Però in dodici anni il Napoli ha fallito pochi appuntamenti: perse, al suo primo vagito, il campionato di C, ma si rifece mettendo assieme due promozioni di fila e nella stagione del «debutto» in serie A fu subito Europa. Un vuoto, brevissimo, nel 2008-2009, quello dell’avvicendamento Reja-Donadoni, poi l’impennata che ha squarciato nuovi orizzonti: il Napoli è da sette anni cittadino onorari dell’Europa ed in tre circostanze s’è accomodato seriamente tra le stelle, conquistando la qualificazione in Champions. S’è goduto gli ottavi con Mazzarri, ha dovuto soffrire per l’eliminazione con dodici punti proprio nella stagione della internazionalizzazione favorita da Benitez, s’è imposto – e in che modo – con Sarri, esprimendo un calcio appassionante e ritagliandosi persino un posto tra le teste di serie nel sorteggio che verrà. Lo scudetto è stato intravisto in due circostanze: lo avvicinò Mazzarri, quando a vincerlo fu poi il Milan di Allegri, l’ha lasciato scorgere Sarri, appena nella stagione scorsa, quando a rivincerlo è stato Allegri, stavolta con la Juventus. Ma nelle eccellenze italiane il Napoli è diventato un ospite (assai) autorevole”.
Fonte Corriere dello Sport