Un Napoli quello dell’era De Laurentiis che può dirsi soddisfatto e che non ha nulla da invidiare alle grandi. Oggi il Corriere dello Sport scrive: “Napoli – Visto da destra, lo chiameremo virtuoso; visto da sinistra, sembrerà parsimonioso. Il Napoli, dunque De Laurentiis, visti e rivisti, andando a rileggere le carte e dunque la cultura della propria politica, possono essere analizzati secondo prospettive che talvolta riflettono un giudizio personale: ma otto anni di bilancio attivo racchiudono una capacità indiscutibile, ancor più perché capaci d’esprimere una autorevolezza tecnica ch’è sostenuta dalla qualità degli interpreti succedutesi in quest’epoca ch’è stata di Lavezzi e di Cavani, di Reina e di Albiol, di Higuain e di Insigne e rimane di Hamsik. Il football non è materia da casalinga di Voghera (con assoluto rispetto parlando), ma il Napoli ha scelto – e da sempre – di ottenere tutto quello che può, senza mai negarsi assolutamente niente, di regalarsi il sogno di avere una squadra sempre altamente competitiva pur non rinunciando a spendere (con oculatezza) ciò di cui è in possesso. Lo dicono, anzi lo certificano, gli atti ufficiali ed otto anni in cui il Napoli s’è potuto permettere il lusso di concludere il proprio esercizio sorridendo allegramente della propria consistenza: mai un debito con le banche e, soltanto nel 2015, al termine di un biennio nel quale erano venuto meno il sostegno della Champions, una sofferenza che comunque s’è potuta fronteggiare. Però dall’anno zero, il famoso 2004, quando si dovette rifondare una squadra ormai inesistente e costruirla per reimpossessarsi della propria, adesso c’è un monte ingaggi che si aggira intorno agli ottanta milioni”.
Fonte Corriere dello Sport