Marco Sau è stato raggiunto dal Corriere dello Sport per parlare del momento del Cagliari e della prossima sfida dei sardi contro il Napoli. Ilnapolionline.com riporta alcune dichiarazioni dell’attaccante rossoblù.
Quindi, Sau, lei sa già come si fa? «Ricordo bene quel gol, l’unico che ho realizzato contro il Napoli e purtroppo non utile per portare a casa un risultato positivo dal San Paolo. In quella occasione, a parte le emozioni nel giocare in uno stadio del genere, la rete non era servita a niente, la prossima volta chissà…»
Trovare la squadra di Sarri in questo momento non è certo il massimo. Come si prepara il Cagliari? «E’ una squadra fortissima a prescindere dal momento che attraversano, ma noi dobbiamo sfruttare al meglio il fattore campo perché avremo dalla nostra uno stadio pieno che sarà pronto a spingerci».
La rivalità è accesa tra le tifoserie. Anche la squadra ne risente? «Noi recepiamo quello che i tifosi ci trasmettono e per questo sappiamo che ci tengono parecchio a questa sfida. Sarà come una sorta di derby e questo vale non solo per noi che siamo qui da più tempo, ma anche per tutti gli altri».
Quali i loro punti di forza? «Giocano benissimo la palla e sarà una gara difficile perché attaccano anche in sette o otto giocatori contemporaneamente».
Un punto debole? «Forse proprio questo può essere un vantaggio per noi, perché avremo di fronte una squadra che ci attaccherà fin dall’inizio ma che dovrà esporsi alle nostre ripartenze. Noi ci siamo, la stiamo preparando bene e proveremo a portare a casa qualcosa».
Napoli da scudetto? «Anche se è distante dalla vetta, è comunque una grande squadra. Giocano a memoria e si conoscono benissimo. Non ti danno punti di riferimento in avanti e questo rappresenta un problema per chi li deve affrontare».
Pensa di essere uno degli osservati speciali dopo il gol di tacco rifilato all’Udinese? «Non credo che si preoccuperanno dei singoli, ma piuttosto cercheranno di fare subito la loro partita».
A proposito dei bei gol, come le è venuto in mente quel colpo? «E’ stato un gesto istintivo, di quelli che provi in allenamento ma che non sempre ti riescono. Questa volta è andata bene».
Quanto le mancava il gol, che non arrivava da settembre? «Tanto, anche se ormai non ne faccio più una malattia. Ho imparato a capire che nelle stagioni ci sono momenti così e allora aspetto che passino».
A Pescara con la parità numerica, avrebbe avuto qualche chance in più? «Mi sarebbe piaciuto non fermarmi anche perché in questo momento mi sento bene, ma con l’uomo in meno non era semplice. Nonostante tutto, pur in sofferenza, credo siano stati due punti persi, anche se la cosa fondamentale alla vigilia era non perdere».
Che idea si è fatto di questo Cagliari, maltrattato da una parte della tifoseria nonostante i risultati? «Forse alcuni tifosi si fanno condizionare dalle sconfitte pesanti che abbiamo subito e non riescono a lasciarsele alle spalle. Dispiace anche a noi, ma se andiamo a vedere quello che abbiamo fatto non possiamo che essere soddisfatti perché abbiamo un margine di dodici punti sulla zona calda e ne abbiamo conquistato già venti in classifica».
E la squadra come vive le critiche al suo allenatore? «Lui è sereno perché si fa scivolare tutto addosso. E’ un tecnico molto concentrato e gli piace parlare solo sul campo».
Un po’ come Marco Sau? «Esatto. Anche io sono sempre stato di poche parole».
Allora ci pensa lei a fermare il Napoli per salire alla ribalta? «Ci chiedono tutti se si può fermare. Noi cercheremo di sfruttare al massimo la spinta dei nostri tifosi e proveremo ad essere tosti per fronteggiare ogni loro attacco. Loro sono una grande squadra, ma sono convinto che noi faremo una grande prestazione».
La Redazione