Una finale. Tutto, ma proprio tutto in novanta minuti. Il Napoli contro il Benfica si gioca gli ottavi di Champions: una partita da dentro o fuori contro un avversario di grandi tradizioni e in uno stadio dove si sente forte l’incitamento dei tifosi portoghesi. Sarri ha messo tutto in conto, sa bene le difficoltà ma lancia la sua sfida con un messaggio chiaro, diretto.
«Vogliamo questa qualificazione, faremo di tutto per ottenerla perché ci sentiamo di meritarla».
E poi il match di andata ha lasciato indicazioni positive… «Le indicazioni tratte dalla partita del San Paolo sono state quelle che mi attendevo alla vigilia. Il Benfica è una squadra forte, con grande pericolosità offensiva e abile nelle lunghe trame di passaggi. Sarà una partita diversa dal solito, sia noi che loro siamo abituati a fare la gara».
Riavvolgiamo il nastro alle altre partite del girone. «Se siamo qui è anche perché è stato concesso un gol in fuorigioco al Besiktas al San Paolo, altrimenti la gara con il Benfica avrebbe potuto avere un senso diverso. L’errore è stato pesante perché la chiamata era piuttosto semplice, però non bisogna stare a fossilizzarsi perché in quella stessa partita abbiamo concesso qualcosa di troppo. Ciò che conta ora è solo la partita con il Benfica»
Gabbiadini o Mertens? «Non ho ancora deciso: sicuramente vorrei tenermi in panchina un giocatore che abbia le caratteristiche tali da poter cambiare l’inerza della partita. Mertens può fare l’attaccante centrale ma anche l’esterno, quindi, potrebbe restare fuori qualcun altro: potrebbero anche giocare Gabbiadini-Mertens e restare fuori uno tra Callejon e Insigne».
Chi accompagnerebbe con la sua squadra agli ottavi di finale? «Accompagnerei molto volentieri i miei giocatori: certo ho vissuto a Firenze e Rui Costa era sempre una gioia da vedere, il Benfica è una squadra amica, ma in questo momento penso solo a noi».
A Lisbona potrebbe bastare anche un pareggio per il pari. «Già questa è una partita in cui ci sono aspetti ambientali particolari, quindi se andiamo in campo con la convinzione che può bastare il pareggio saremmo fuori e faremo di sicuro una brutta partita: dobbiamo assicurare una prestazione normale anche perché per caratteristiche non possiamo gestire una partita».
Questa è la partita più importante della sua carriera… «Ho la faccia di c… di pensare che ne farò di ancora più importanti». Nelle ultime tre gare Insigne ha segnato 4 reti: mai cosi forte a livello realizzativo come in questa fase? «L’anno scorso per la prima volta ha segnato 12 gol in carriera: all’inizio di questa stagione dava la sensazione che stesse vivendo un periodo piu difficile, ora è tornato sui suoi livelli».
Ha parlato di una doppia partita: la prima da 70 minuti e la seconda da venti. Cioè? «Per me la partita può cambiare in maniera violenta nella parte finale. Per 65-70 minuti le due squadre giocheranno con il loro equilibrio, e sarà una partita tecnico-tattica normale: negli ultimi venti minuti per forza una delle due dovrà prendere rischi enormi e portare il match su un piano tattico diverso».
Il reparto difensivo è migliorato con Albiol, con lui in campo il Napoli non ha preso più gol. «Nessuno di noi ha mai pianto su quello che ci è successo, ma abbiamo dovuto sopportare due-tre cose abbastanza pesanti: è capitato l’infortunio di Raul mentre avevamo Chiriches appena rientrato e Maksimovic che era arrivato da pochi giorni. Per cui l’assenza di Albiol è stata un handicap. Non so se la sua presenza in campo abbia influito sul fatto che non abbiamo preso gol: lo vedo importante ancora di più nello sviluppo della manovra anche se ha un’intelligenza tale da poter guidare un compagno di reparto».
Che Benfica si aspetta in base all’ultima gara di campionato? «Le indicazioni dell’ultima di campionato sono indicative fino a un certo punto perché in Champions è diverso: mi aspetto un Benfica forte, ben preparato tatticamente e con un buon allenatore, una squadra forte tecnicamente che gioca in un grande stadio e con un grande pubblico. La mia squadra deve avere grande personalità e determinazione per reggere in uno stadio di questi livelli e contro questi avversari: solo così potremmo metterli in difficoltà. Noi e loro siamo le formazioni più forti tecnicamente, il Besiktas ha dimostrato grande carattere rimanendo aggrappato grazie a due match recuperati in extremis».
Fonte: Il Mattino