Se sono arrivati fin qui, sulle rive dell’Atlantico, è davvero perché sono convinti di poter festeggiare in anticipo il Natale. E sotto l’albero, i circa duemila tifosi azzurri (per la precisione 1.945) che da ieri pomeriggio hanno preso d’assalto i voli da Roma verso il Portogallo, sono certi di trovare la qualificazione agli ottavi di finale. La seconda della storia degli azzurri. Qui non c’è l’allerta di Istanbul, il clima, secondo le pagine de “il Mattino”, è disteso e i controlli saranno quelli di routine. Luigi Bonagura, il capo della Digos napoletana, coordina da via Medina le varie fasi della trasferta lusitana: «Siamo sereni, non ci sono segnali di allerta particolare. In Turchia era tutto diverso, gli ultrà del Besiktas aveva lanciato da tempo le loro minacce». Chiaro che i poliziotti della questura napoletana non sottovalutano nulla: quando ci sono di mezzo ultrà e gare di calcio, ogni spunto può dare il via libera alla tensione. Nessun charter è stato organizzato dai tifosi. In ogni caso non sarà pieno il settore ospiti dello stadio Da Luz: erano disponibili, infatti, ben 3.200 biglietti per la tifoseria napoletana e un bel numero è rimasto invenduto. Nell’impianto rifatto a nuovo in occasione dell’Europeo del 2004 e dove appena due anni fa si è disputata la finale di Champions tra Real e Atletico Madrid, ci sarà il tutto esaurito: più o meno 60 mila spettatori. La città non è in stato di assedio, neppure la zona dello stadio: l’unico assedio è quello delle auto. Il caos nelle vie è terrificante. Ma la notte cala la serenità. E allora si può tranquillamente mettersi in moto alla ricerca del posto migliore dove poter gustare i piatti tipici della cucina del posto ovvero il bacalhau (il merluzzo è una istituzione da queste parti) e l’acorda (una zuppa di pesce con pane, olio, aglio).
La Redazione