È stato probabilmente, assieme a Scirea, il più grande libero della storia nonostante un’inizio da terzino. Dal 1980 al 1984, al crepuscolo della sua luminosa carriera, approdò a Napoli. Vice campione del mondo con l’Olanda nel 74 e nel 78 e con l’Ajax ha vinto tre coppe dei Campioni di fila dal 1971 al 1973. Il filo conduttore dell’Arancia meccanica era: pressing, corsa, ricerca ostinata del gol è stato intervistato alle pagine odierne de “il Mattino”.
Rudy, il grande Ruud Krol, è lì a Marbella che freme per il Napoli. «Ho visto sia la partita con il Sassuolo che quella con l’Inter: domani con il Benfica gli azzurri possono passare il turno ma a condizione che neanche per mezzo secondo perdano la concentrazione».
Esageriamo: come il Napoli di Sarri? «Beh, nei primi 15 minuti della gara di venerdì contro l’Inter ho visto una intensità da urlo, un ritmo pazzesco che mi ha davvero impressionato. Una squadra che ha saputo interpretare alla perfezione la partita».
Dunque, il paragone regge? «È sempre bello vedere una squadra che punta sul possesso di palla, che gioca sempre tocchi di prima. Ma quell’Olanda aveva dei giocatori straordinari unici».
Domani, in Champions, è un’altra storia rispetto all’Inter? «I match di Coppa sono sempre un’altra cosa. Lì vince sempre chi è più forte nella testa ed è per questo che vanno avanti sempre le stesse squadra ed è difficile che ci sia il trionfo di una piccola. La mentalità vincente è quello che più conta in Europa e che fa la differenza in partite che sembrano delle finali».
Di questo Napoli cosa la impressiona maggiormente? «Consuma troppe energie per arrivare al gol: in certi momenti è il caso che ci sia maggiore cinismo. Ma mi piace il fatto che Sarri ha sempre in mente una sola cosa: divertire chi guarda la partita. Non è normale da trovare soprattutto nel calcio del vostro Paese».
E il Benfica? «È più cattivo del Napoli, meno spettacolare ma più pratico. È più abituato a questo genere di sfide, è una delle grandi di Europa. Ma non è imbattibile e prende tanti gol».
Dove si decide domani la gara? «Ovvio… in difesa. Ho visto delle maglie molto larghe in alcuni momenti delle partite con Inter e Sassuolo. Credo che se anche a Lisbona dovessero ripetere le stesse indecisioni, non sarà facile passare il turno. Ma Albiol e Koulibaly formano una coppia molto forte. Poi si vede che sono affiatati».
Non è facile sopperire all’assenza di Milik? «Ha giocato nell’Ajax, a casa mia, quindi lo conoscevo bene: sapevo che non sarebbe venuto lì a fare la panchina perché anche come personalità è un ragazzo molto determinato».
Importante per il Napoli affrontare il Benfica dopo una vittoria così netta? «Fondamentale. Vincere dà sempre fiducia e aiuta l’autostima. E ripeto: queste partite da dentro o fuori, dove se perdi sei eliminato, le vince sempre la squadra mentalmente più forte. Quella ce resta concentrata in ogni secondo della partita».
Qualche consiglio? «Il Napoli deve avere la forza di mantenere i ritmi alti per tutti i novanta minuti. Perché se li abbassa, il Benfica ne approfitterà».
Chi le piace di più di questo Napoli? «Hamsik è campione vero, sa essere protagonista ma sa anche mettersi al servizio della squadra. Nel calcio di oggi conta più l’organizzazione del talento: ma nel Napoli sa essere decisivo come pochi».
Come finisce domani sera? «Le grandi squadre non possono scendere in campo pensando allo 0-0… pensano a imporre il loro gioco. È una questione di testa. Quindi il Napoli giochi come sa, non faccia tattiche particolare, affronti il Benfica a viso aperto e fare festa saranno gli azzurri».