D’improvviso il bambino classe 94 diventa il signore del gioco del Napoli. Un vero incanto. «Dobbiamo essere più cattivi sotto porta. E lo siamo stati», dice ripetendo il mantra di Sarri degli ultimi giorni e sapendo di farlo felice. «Abbiamo fatto contro i nerazzurri tutto quello che non siamo riusciti a fare nelle partite precedenti – racconta – abbiamo giocato bene, molto bene. Forse una delle migliori prove della stagione. Noi sappiamo di essere forti ed è per questo che non temiamo il Benfica: andremo lì per vincere, perché sappiamo che possiamo riuscirvi». È il suo primo gol in azzurro: lo scorso anno, a Empoli, di gol ne aveva fatti cinque. L’ultimo con il Torino, il 15 maggio scorso. «Sarri mi dice che posso fare sempre meglio, e ha ragione. Con l’Inter ho segnato, spero di averlo fatto contento questa volta». E pensare che ad aprile era stato già fotografato con la maglia del Liverpool: Klopp lo aveva fatto seguire a lungo a Empoli e alla fine se ne era innamorato perdutamente. Solo che ai Beatles e a John Lennon, il ragazzo polacco ha poi preferito la canzone napoletana. Merito della tenacia del ds Giuntoli, che ha continuato a pedinarlo anche quando i segnali lo davano in Premier. È cresciuto a Udine, nella scuola di Francesco Guidolin ed è diventato uomo con Marco Giampaolo. Con Sarri, a Empoli, ha avuto tanti alti e bassi ma ha cominciato a giocare nella mediana a tre: l’attuale tecnico azzurro lo ha inventato mezz’ala perché a Empoli era chiuso da Verdi e da Saponara.
Fonte: Il Mattino