Salernitana, l’ex vice di Reja sostituirà Sannino

Sannino getta la spugna, inizia l’era Bollini, che stamani sarà in città e nel pomeriggio dirigerà il primo allenamento. Stavolta al ribaltone, il sesto della gestione Lotito-Mezzaroma per un totale di 9 allenatori (ma Perrone e Menichini sono stati richiamati 2 volte), si arriva dopo le dimissioni del tecnico di Ottaviano, comunicate al ds Fabiani nella tarda serata di martedì, accettate dalla proprietà nella notte tra martedì e ieri e ufficializzate ieri mattina.
LETTERA. Subito dopo sul sito del club è stata pubblicata una breve lettera di commiato di Sannino. «Con molto dispiacere, facendo un passo indietro, rassegno le mie dimissioni – scrive il tecnico – per assicurare serenità all’ambiente e per dare un segnale significativo di stima verso la Salernitana e i suoi encomiabili tifosi. Ringrazio i presidenti e il direttore per avermi dato la possibilità di lavorare in questa prestigiosa società. Saluto con affetto i dirigenti, i collaboratori e i calciatori che con grande professionalità si sono impegnati e battuti per la maglia». Nel pomeriggio l’allenamento al Mary Rosy è stato diretto da Fiorin, il vice di Sannino. C’era anche il dirigente Alberto Bianchi. Oggi arriverà Alberto Bollini col suo staff. Ieri sera l’accordo annuale. Bollini avrà due giorni per preparare la gara di Bari.
CAUSE. Ma perché Sannino si è dimesso? «Per assicurare serenità all’ambiente», scrive il tecnico di Ottaviano. Dunque, una delle cause delle dimissioni è la profonda spaccatura con la tifoseria o con una parte della stessa. A far traboccare il vaso una frase che Sannino, squalificato, avrebbe detto lasciando il box della tribuna stampa dell’Arechi dove lunedì ha seguito la gara con la Pro Vercelli: «Dovevamo vincere 10-0, voi a Salerno non avete mai visto il calcio». E sui social si è scatenata la rivolta.
RISULTATI. La Salernitana ha vinto solo tre partite in questo campionato, pareggiandone 9 e perdendone 4. Due le costanti: troppe disattenzioni e scarsa voglia di rischiare. E poi le continue modifiche tattiche. «Sono nato col 4-4-2 – disse Sannino nel giorno della sua presentazione – ma col tempo ho capito che a calcio si può giocare in tanti modi. Avremo una difesa a quattro, ma non escludo la difesa a tre». E invece la Salernitana, dopo il ritiro, ha giocato prevalentemente col 3-5-2, passando poi al 3-4-1-2. E con calciatori impiegati in ruoli mai interpretati: Perico centrale, Improta esterno nel centrocampo a 5, Rosina a volte mezzala, Odjer regista. E con altri misteriosamente accantonati: Laverone, Zito, Caccavallo, Ronaldo, a tratti anche Donnarumma. «C’è una cappa grigia intorno a me e a questa squadra», disse Sannino dopo la vittoria in rimonta sulla Ternana. La sua avventura è durata poco più di 4 mesi.

Corriere dello Sport

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