Quarantacinque minuti. Praticamente, un record. Sarri mette il recinto intorno alle sue terre, traccia il solco, segna il confine, marca il territorio nel suo discorso alla squadra a Castel Volturno, la mattina dopo il pari col Sassuolo: di qua c’è il suo mondo, che va dall’Inter al Benfica, oltre ci sono le colonne d’Ercole della fantasia. Per questo l’allenatore del Napoli ripete più volte e sillaba con enfasi due frasi nel suo lungo intervento: «Non siamo in crisi e non voglio vedere facce abbattute». Le contrappone alle critiche, alle tabelle che dicono che nelle ultime sei gare gli azzurri hanno vinto solo una volta al San Paolo mettendosi, per questo, nei pasticci sia in Champions che in campionato. «Bisogna essere più cattivi, più determinati: o nel fare un altro gol o nel non prenderlo. Dobbiamo fare qualsiasi cosa per riuscire in uno dei due intenti perché gettare al vento vittorie come quelle con il Sassuolo sono un gran peccato», la sintesi del discorso alla squadra del tecnico azzurro. Vuole al suo fianco tutti, Sarri. I ragazzi, certo, ma anche lo staff e il ds Giuntoli. E vuole che tutti intervengano in quello che non è un monologo. E allora parla Callejon, poi Reina. Ma anche Tonelli e Giaccherini, ovvero non proprio pretoriani di Sarri ma giocatori che sono pezzi importanti di questo spogliatoio. Fonte: il Mattino