E ora bisogna sfatare un altro tabù. Del resto la Casertana è abituata a sfidare la cabala e a riscrivere la propria storia. Era capitato a Cosenza, dove non si vinceva da trentadue anni, e ora si chiede ai rossoblù di Tedesco una grande prove in uno stadio storicamente ostico come lo “Zaccheria”. Anche qui è da oltre tre decenni che non riesce il blitz. Nelle ultime due stagioni, però, il Foggia si è confermato la vera bestia nera sia in casa che fuori con vittorie caratterizzate dal profondo cinismo della formazione pugliese. Carriero non ce la fa e Simone De Marco è pronto a scendere in campo per la seconda partita di fila, dopo la buona prova sfoderata contro il Siracusa. Dovrebbe essere lui a completare il terzetto di centrocampo con Matute e Rajcic, perni fondamentali della Casertana. E proprio lì in mezzo si gioca la fetta più importante della partita. Intensità, aggressività ed equilibro: queste le parole d’ordine ripetute più volte dall’allenatore nel corso di questa settimana. In difesa D’Alterio e Rainone sono chiamati a fronteggiare il reparto avanzato rossonero; una coppia che punta su rapidità e capacità di anticipo, a discapito di qualche centimetro che viene a mancare quando non c’è il giovane Lorenzini. In attacco confermatissimo Corado. Tre gol per lui fin qui, due nelle ultime sfide con Juve Stabia e Siracusa. L’argentino è in grande forma e dovrebbe far coppia ancora con Orlando, supportato alle spalle dal preziosissimo Carlini. Scivolato più giù nelle gerarchie Giannone dopo lo stop per infortunio.
Corriere dello Sport