GUIDO TROMBETTI, rettore emerito dell’Università degli Studi di Napoli Federico II è intervenuto a Radio punto Zero: “Il modo di vedere il calcio è cambiato tanto. Andavo sempre allo stadio, anche con una sola gamba, ma dopo quarant’anni ho scelto di smettere e di vedere le partite in tv. Il mio rito è chiamare all’intervallo un mio caro amico per commentare il primo tempo. Il tifo è, per me, un modo di scaricarmi. Il mondo ci impone una prudenza continua ma il tifo è evidentemente un fenomeno irrazionale. Ad esempio, mi diverto solo se vince il Napoli. Non mi interessa se gioca bene. Per me esiste solo un’equazione: se il Napoli vince ha giocato bene, altrimenti ha giocato male. In Champions League sarà difficilissimo trionfare ma l’obiettivo può essere la semifinale. In campionato, invece, ci sono tante squadre per il secondo posto. Purtroppo il Napoli non ha un centravanti ed anche Reina ha avuto qualche responsabilità, ma sono ottimista sul futuro: questa squadra, completata opportunamente, potrà continuare a crescere e, magari, vincere anche lo scudetto. Il Napoli non ha forza economica e politica per vincere un filotto di campionati, ma un altro sì. L’allenatore vale solo per il 10% sul piano psicologico, per il resto tutto dipende dai giocatori. Credo poco ai moduli e ai numeri, per vincere servono solo i calciatori. Questo sport è legato al caso, in gara secca ognuno può battere chiunque. Al Napoli manca solo una cosa: un fuoriclasse, quello che voi comunemente chiamate top-player. Insigne è un grande mezzo calciatore, Hamsik è un potenziale fuoriclasse che ha limiti di continuità che gli hanno impedito di diventare il più forte centrocampista del mondo. De Laurentiis è un grande imprenditore, sta facendo lavorare Sarri che, secondo me, non è un tecnico eccezionale ma è uomo di campo e questo il presidente lo sa bene. Probabilmente le esternazioni del patron fanno parte dell’ennesima regia mediatica di De Laurentiis”.