Il paradosso del destino è che ti fa dubitare della sua stessa natura. Capita così che, a otto mesi di distanza, Lorenzo Insigne ritrovi il gol (due più una traversa) nello stesso stadio dell’ultima volta a due passi dall’allenatore che l’ha visto crescere ed imporsi nella Primavera del Napoli. Solo un (doppio) caso? Chissà… Intanto Ernesto Apuzzo, saggio educatore nel settore giovanile, è l’amuleto della sua rinascita friulana.
Udine è la città felice di Insigne: a segno con la Nazionale a marzo ed anche sabato col Napoli. «Da tifoso azzurro e da suo ex allenatore sono felicissimo per la doppietta. Nel primo tempo non l’avevo visto bene, faceva fatica ad esprimersi perché la squadra era contratta. Nella ripresa è cambiato tutto».
A proposito, ad inizio gara il chiacchierato Zapata ha aiutato il Napoli a vincerla. «Non penso Sarri stia insistendo tanto per averlo. Sabato ha inciso poco, chiuso dal mostro sacro che è Koulibaly. Non è adattissimo al gioco del Napoli, cerca la profondità ma non ha le caratteristiche giuste per far salire la squadra. A gennaio c’è bisogno di un giocatore con più tecnica individuale».
Torniamo ad Insigne: è la gara della (sua) svolta? «Non solo. La gara di Udine può diventare uno dei momenti più importanti della sua carriera. Finalmente s’è sbloccato, ora sarà super carico in vista del prosieguo della stagione. Lorenzo ha dimostrato di avere carattere. Non era facile reagire dopo il rigore fallito in Champions, le critiche ricevute e qualche gara non all’altezza. Ce l’ha fatta perché ha grande forza».
Vi siete salutati? «Purtroppo no, ma lo seguo sempre con tanto affetto. Da napoletano vorrei si esprimesse sempre come l’anno scorso e, a tratti, come quest’anno. Ripeto, ora che s’è sbloccato spero possa ricominciare a giocare davvero come sa».
L’astinenza da gol è dipesa dalle voci sul rinnovo? «Non è questo il problema, tutti i giocatori di un certo livello imparano a convivere coi rumors di mercato. La verità è che in estate, come tanti, è stato spremuto da Conte in Nazionale. Ecco perché non riusciva più a saltare l’uomo, non creava il guizzo giusto ed ha fallito anche qualche gol».
Quanto è diverso, questo Insigne, da quello che incantava tutti in Primavera? «Forse prima era più rapido e provava quasi sempre a saltare l’uomo, col passare degli anni ha iniziato a distribuire le sue forze, è migliorato nella gestione della partita. Da piccolino era uno spettacolo, ricordo un numero impressionante a Catania, un dribbling di tacco sul fondo. Oggi cerca più l’assist per i compagni che il gol ed è un bene per la squadra ma anche per lui».
Insigne sogna di diventare il Totti napoletano: ci riuscirà? «Non conosco le cifre, non sono informato sul rinnovo. Leggo di incomprensioni tra il presidente e il suo entourage, per continuare insieme ci vuole soprattutto feeling tra le parti. Mi auguro solo che il ragazzo sia contento, che continui a giocare nella nostra città rendendo felici tantissimi tifosi, come me».
Fonte: Il Roma