«Sensazioni. Ho delle sensazioni che lo scorso anno non avevo».
È su di giri, allegro, Maurizio Sarri. Come da tempo non si vedeva. Avverte aria buona, la rivincita sul campo dove lo scorso anno il Napoli ha alzato bandiera bianca nel duello con la Juve, lo rende di buon umore.
«Mi dà allegria allenare questa squadra, quest’anno possono succedere delle belle cose…».
Gioca sulle parole, fa immense contorsioni linguistiche pur di non pronunciare la parola scudetto. Insomma, è contento. E questo è un buon segno per uno come lui. Sarri, le sue sensazioni dicono che questo Napoli potrà lottare per il primo posto? «Non ho mica detto questo… anzi è una cazzata (ride, ndr). Ho detto che ho un gruppo intorno al quale si può costruire qualcosa di grande, con una potenzialità enorme, giovanissimo e con grandi margini di crescita. Sempre se continuerà a giocare insieme…».
Vittoria meritata qui a Udine? «Certo. Finalmente al termine di una buona prestazione è arrivata anche la vittoria. Mi stava iniziando a disturbare questo fatto. Ma di buono c’è sempre stato in quest’ultimo periodo l’atteggiamento della squadra che non ha mai fatto drammi per un risultato non positivo. Un atteggiamento che adesso, dopo questa vittoria, non deve mutare».
Qualcosa di nuovo si è visto a Udine. «Certo, negli ultimi dieci minuti ho provato El Kaddouri prima punta e ho visto che il ragazzo ha risposto alla grande. Però il punto è un altro…».
Ovvero? «Il nostro problema non è lì davanti, ma indietro. Non mi ha mai preoccupato il numero dei gol realizzati, ma quelli presi: l’errore più grave è pensare che ci manchi un attaccante centrale, noi lavoriamo soprattutto per limitare gli errori in fase difensiva. Anche con l’Udinese, la nota stonata per esempio, è il gol incassato».
Che gara è stata quella di ieri? «Complicata. Perché nel primo tempo Mertens si è messo nei guai facendosi schiacciare dai centrali dell’Udinese e gli esterni hanno giocato troppo larghi. Quando poi nella ripresa Dries ha iniziato a dare meno punti di riferimento le cose sono migliorate molto».
Nei primi 45 minuti un Napoli opaco: è d’accordo? «In parte: nella fase difensiva, nei primi settanta metri di campo siamo stati perfetti. Ma se non avessimo conquistato i tre punti avrei fatto fatica questa volta a dire alla squadra che la cosa più importante è pensare solo alla prestazione».
Albiol in panchina. Come mai? «Sono tanti 44 giorni senza giocare, ha bisogno di altri allenamenti. Forse non giocherà neppure con la Dinamo Kiev. Vedremo».
Insigne finalmente si è sbloccato. Quasi una liberazione? «Lui non si deve preoccupare se segna o meno, deve pensare solo a giocare bene come fa spesso. Ha grande qualità, i compagni gli vogliono bene: venerdì sera aveva la febbre, ieri mattina non ha fatto rifinitura, ma ero certo che potesse essere la giornata giusta per lui».
Anche contro l’Udinese, Diawara è stato tra i migliori. Non trova? «Sì, cresce a vista d’occhio. Ma va ovattato, protetto. È un piccolo patrimonio».
Tratto da Il M attino