“UdiNapoli”. Sì, “suona” bene. E in fondo ci sta anche concettualmente: udire Napoli, sentirla dentro, portarsela dietro anche lassù in Friuli; geograficamente il nord vero, freddo, lontano nel modo di essere e di fare, e però riscaldato da quel sole che chi
Ci è passato quasi trent’anni fa per Napoli. Era quello di Maradona. Quello di Andrea Carnevale: allora compagno di squadra e adesso suo dirigente. Anni indimenticabili, rapporti che non hanno maglia e che fanno dell’azzurro la tonalità dell’anima almeno (e ancora) due volte a campionato.
Andata e ritorno. Come ha fatto Pablo Armero. Avanti e indietro. Il colombiano allegro, scanzonato, un tipetto che fa spogliatoio. Arrivó a Napoli dall’Udinese e lì è tornato; facendo peró il giro lungo. Un anno e mezzo con Mazzarri in panchina. Esterno da 3-5-2. Pochi rimpianti. Ma ricordi. Altri tempi ormai. E ciascuno ha i suoi, per qualcuno recentissimi. Zielinski era contrattualmente dell’Udinese ancora qualche mese fa. Arrivò dalla Polonia che era un ragazzino: ruolo trequartista. Esile e dribblomane, con un piedino garbatissimo. Doveva crescere, però. E così, ecco due stagioni a Empoli in prestito. S’è fatto uomo e giocatore. E appena rientrato alla base, subito via di nuovo. Napoli, la destinazione naturale. Società amiche e Sarri che l’aveva tatticamente svezzato. Udinese: anche Allan da lì viene. È tutto un groviglio. Nemici amici: “UdiNapoli”.
Fonte: CdS