Salernitana, l’ex azzurro Vitale: “Voglio la serie A”

«Se la Salernitana avrà un calcio di rigore, ho chiesto a Coda di farlo tirare a me». Detto, fatto. Il calcio di rigore è arrivato (il primo in campionato a favore) e Vitale lo ha trasformato con una sassata sotto la traversa. Un gol importante, perché ha concretizzato la rimonta dei granata ai danni della Ternana. Vitale, contro la sua ex squadra, ha dimostrato personalità e freddezza. «Il passato l’ho cancellato, guardo al presente e al futuro granata», ha poi commentato il difensore su Instagram, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. L’ex Napoli aveva già segnato, quest’anno, con la maglia della Salernitana, sempre all’Arechi ma contro il Trapani. Per lui, fin qui, anche tre assist decisivi. Insomma un terzino con il vizio del gol e della giocata vincente, un mancino di qualità di cui la Salernitana non disponeva dai tempi di Tosto.
SCELTA. Ventinove anni, nato e cresciuto a Castellammare di Stabia, Gigi Vitale ha cominciato nella scuola calcio Sant’Aniello, allenato da Gallo. Poi il Sorrento e gli Allievi Nazionali ad Avellino. Alla Salernitana è legato fino al 2019. «Salerno – ci ha detto il difensore stabiese prima della gara con la Ternana – è la migliore piazza in B, ci sono stimoli e per un calciatore è importantissimo. Se non vuoi le pressioni, non devi giocare a calcio. Qui vinci due partite e mi sembra di vincere un campionato: è una cosa bellissima. Io stesso mi esalto quando sento lo stadio e la squadra. Certo, è una piazza caldissima: se sbagli un passaggio, il pubblico rumoreggia e questo intimorisce i ragazzi. Eppure è la cosa più bella, perché vuol dire che non devi sbagliare. Il campionato è lungo, la classifica è molto corta e siamo ancora in tempo per trovare la rotta giusta».
RUOLO. Terzino, ma anche esterno nel 3-5-2: Vitale non fa una piega, si adatta a entrambi i ruoli, corre, va sul fondo, mette al centro palloni invitanti. E segna. Con lui la Salernitana ha trovato, insomma, il mancino che molte squadre in B vorrebbero avere. Un calciatore che avrebbe potuto tranquillamente continuare a giocare in A, dove ha collezionato quarantasei presenze con le maglie del Napoli e del Livorno tra il 2008 ed il 2011. «Purtroppo – ci ha spiegato – da giovane si commettono degli errori. Non facevo il professionista fino in fondo: non ero il primo ad arrivare al campo di allenamento, a esempio, ma ero il primo ad andare via. Tanto, pensavo, gioco nel Napoli. Ora sono il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. E mangio quello che devo mangiare. Per rimanere a quei livelli bisogna innanzitutto condurre una vita regolare fuori dal campo».
OBIETTIVO. Ma la A resta un obiettivo del terzino granata. «Mi è rimasta in gola, mi piacerebbe tornarci con la Salernitana», ha ammesso. La vittoria contro la Ternana, la terza in campionato per la squadra di Sannino, non ha chiarito ancora, però, la reale forza di questa squadra, che comunque ha subito due gol e che soltanto dopo il doppio svantaggio, proprio com’era accaduto a Cittadella, ha reagito e si è lasciata andare. «Il problema è proprio questo: ci dobbiamo lasciare andare perché siamo una buona squadra».

Corriere dello Sport

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