Chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere durante la sosta di campionato, per tenere a freno la noia da mancanza di calcio giocato, complice una nazionale che fatica a scaldare i cuori dei calciofili di casa nostra. E così fa notizia il Pocho Lavezzi messo in castigo dal tecnico della selección per una canna fumata in ritiro, così come si scrivono fiumi di parole sul Pipita Higuaìn, altro argentino ex napoletano, che non carbura con la maglia della sua nazionale. Tra una chiacchiera e l’altra capita di imbattersi in qualche notizia di calciomercato e si apprende di possibili colpi di scena sulla panchina del ciuccio. Cavalcando l’onda del momento piuttosto delicato che sta attraversando il Napoli, si racconta di un rapporto già logoro tra De Laurentiis e Sarri, un rapporto dato da qualcuno già arrivato ai minimi termini. Si legge di grosse incomprensioni tra tecnico e proprietà e, notizia bomba, di un possibile passaggio del tecnico nativo di Bagnoli alla corte della Fiorentina. Ancora scottati per l’esito della vicenda Higuaìn, andiamo cauti nel trarre conclusioni. Inoltre, sebbene si tratti di chiacchiere da bar, un fondo di verità potrebbe pur esserci. La domanda che il popolo del Napoli si sta facendo è un autentico dubbio amletico: esiste o non esiste un caso Sarri? Qualora fosse una notizia fondata si tratterebbe di una enorme delusione sia sportiva che umana, pur consapevoli che nel calcio i sentimenti vengono sempre (…o quasi…) messi in disparte in favore del dio denaro. Provando a ragionare, sarebbe impensabile un esito del genere per più di un motivo. Innanzitutto, perché non più di quattro mesi fa Maurizio Sarri ha firmato un contratto quadriennale, manifestando profonda soddisfazione umana e professionale. Inoltre, se è vero che il gruppo azzurro nel giro di tre anni può vincere un trofeo importante (parole sue di poche settimane fa, ndr.), credo che Sarri avrebbe tutte le intenzioni di essere protagonista del successo e raccogliere i frutti del proprio lavoro. Infine, ma non meno importante degli altri aspetti, la fede del tecnico, dichiaratamente azzurra, in barba al suo marcato accento toscano. Pur consapevoli che nel mondo del pallone tutto può succedere sempre, c’è più di un motivo per essere moderatamente ottimisti sulla permanenza del tecnico toscano sulla panchina del Napoli. Che Sarri abbia estimatori è solo la logica conseguenza del grande lavoro svolto e non può che inorgoglirci anche perché, al di là del freddo aspetto tecnico, c’è un lato umano di Sarri che fa si che la piazza partenopea nutra un profondo affetto nei suoi riguardi. L’anticonformista che siede in panchina con la tuta (o toni, come la definirebbe lui in fiorentino), che non bada alla forma ma esclusivamente alla sostanza, ha un lato umano vero e genuino che ha stregato tutti, così come ci ha conquistato il suo modo di intendere il calcio. Vedere giocare il Napoli è un piacere da quando lo guida lui, una perla per gli esteti del pallone ed una goduria per i tifosi partenopei. Rinunciarvi sarebbe un duro colpo, difficile da smaltire e che non ci auguriamo affatto. Vedremo come andrà a finire e nel frattempo sosteniamo lui e la squadra per aiutarli ad uscire dalla crisi di risultati che dura, oramai, da troppe partite. Avanti Napoli, avanti!
Riccardo Muni