Uomini, moduli, schemi. Cambiare o perpetuare il proprio “credo”? D’accordo, la coerenza sarà pure un colpo basso all’ intelletto, ma l’incoerenza dove ti porta? Domande lecite per chi si trova a dover scegliere tra una rosa ampia e vorrebbe restar fedele ai propri principi. Sarri è un napoletano di nascita, nonostante dialoghi in toscano e se facesse riferimento ai detti popolari della sua terra d’origine? Il popolo parenopeo è convinto che i motti antichi non sbagliano mai, per cui, in maniera semplice, ma non semplicistica, anche l’allenatore azzurro potrebbe aver deciso di seguirne uno: “Chi lassa ‘a via vecchia pa’ nova, sape chello ca lassa e nun sape chello ca trova” Eppure, nonostante abbia quasi cucita addosso la nomea dell’ intransigente, lui cambiamenti ne ha fatti. Lo scorso anno passò dopo poche giornate dal 4-3-1-2 al 4-3-3, quest’ anno, dopo l’addio del “core ‘ngrato“, fa giocare gli esterni più vicini alla prima punta…quando ce l’ha; ha sostituito il faro della mediana della passata stagione, un Jorginho in odor di Nazionale, con un giovanissimo diciannovenne, per cui…le etichette sembrano quantomeno avventate. Di punti interrogativi, in fondo, è pieno il mondo. Quelli che attanagliano mister Sarri, in italiano li definiamo dubbi, in ambito calcistico ballottaggi. Il Napoli ne vive uno, costante, dalla passata stagione. Gli interpreti ed il ruolo sono sempre li stessi, ma le gerarchie son cambiate. Lorenzo Insigne-Dries Mertens, il primo “quasi titolarissimo” lo scorso anno, il secondo adesso. Chissà se la “quasi tripletta” più assist con il Belgio, riuscirà a spazzar via anche l’ultima indecisione dell’ allenatore azzurro! Come se non bastasse, il numero 14 dei partenopei, è protagonista, attualmente, di un altro “dubbio” di formazione, stavolta a carattere tattico. Chi al centro dell’ attacco? Scegliere il “falso nueve”, criticato contro l’Olanda, ma che ha messo a tacere i denigratori appena due giorni dopo, o dare un’altra chance a chi forse prima punta non è, ma vorrebbe dimostrare che in questo Napoli ci può stare? Insomma, Mertens o Gabbiadini per ricominciare a vincere? E, mentre il tanto rimpianto Albiol si riappropria della sua difesa, (è proprio vero che spesso del valore di una persona ti accorgi quando non c’è) cosa accade nel mezzo? Lì, nel mezzo, dove i latini dicevano ci fosse la virtù? Beh, in quella zona del campo, l’unico che pare inamovibile, anche perchè in un grande periodo di forma, è il capitano Marek Hamsik! I suoi compagni di reparto appaiono, invece, “soggetti in movimento”. Si tornerà all’ antico, con Jorginho in cabina di regia, o si darà fiducia a Diawara, ovvero il nuovo che avanza? In poche parole, mister Sarri, cambierà la via vecchia per la nuova? E, accanto al centrale, chi? Colui che viene definito “pupillo” del tecnico, il talentuoso Piotr Zielinski, che sembra giocare a Napoli da sempre e non essere arrivato da poco più di tre mesi, o fare affidamento sui polmoni e l’interdizione di Allan? Cioè…meglio provare la giocata spacca difesa o recuperare palloni e ripartire? Ai posteri l’ardua sentenza, pardon…ad Udine. Perchè internazionalizzando la questione, la cosa più giusta è procedere step by step, napoletanizzandola al massimo, meglio “si jamme cuonc’ cuonc’…”
a cura di Gabriella Calabrese