Come spesso capita quando il campionato si ferma per fare spazio all’azzurro nazionale, i tifosi delle squadre di calcio si dedicano alle più svariate ed accanite discussioni su tutto ciò che ruota attorno alla squadra del cuore. Si sogna una ripresa dei giochi veloce e la propria squadra che stravince con 3 o 4 o più gol segnati. Capita spesso di parlare delle cose più assurde e tra queste, c’è l’argomento Higuaìn che rimane sempre qualcosa che si accosta all’azzurro partenopeo…con buona pace dei suoi nuovi tifosi. Che il Napoli soffra maledettamente per il suo addio è scontato e persino il più orgoglioso dei tifosi è pronto ad ammetterlo. Leggere dei problemi in attacco del Napoli è un argomento su cui non eravamo pronti. Da Lavezzi al Pipita, passando per Quagliarella e Cavani, ne sono stati fatti di gol dagli attaccanti azzurri negli ultimi anni. Invece il problema esiste in casa Napoli, soprattutto dopo l’infortunio occorso a Milik. Leggere che la punta polacca era stata ingaggiata per essere la riserva del Pipita e ritrovarsi a macinare gioco finalizzandolo a fatica è un qualcosa che fa male e che dovrebbe indurre a riflettere colui che siede nella stanza dei bottoni azzurri…il patron De Laurentiis. Sono sicuro (…o meglio, fiducioso?…) che don Aurelio abbia un chiodo fisso, quello del centravanti da acquistare a gennaio…si vedrà! Si sente dire anche che Higuaìn si sarebbe intristito all’ombra della Mole di Antonello, pentendosi di averci lasciati…francamente faccio fatica a crederci e nemmeno voglio farlo per più di un motivo. Per prima cosa, perchè i calciatori (…ed i loro procuratori…) vanno esclusivamente a caccia di un contratto più redditizio e, in questo senso, i fratelli Higuaìn hanno massimizzato i trentasei gol segnati in maglia azzurra dal Pipita. Inoltre, se è vero che il Pipita non ami particolarmente la concorrenza e che, anzi, gli piaccia non poco sentirsi il migliore di tutti, è altrettanto vero che vincere uno scudetto, anche se non da protagonista assoluto bensì da comprimario, è un valido motivo per non essere triste. E noi? Lo abbiamo affrontato nella sua nuova casa, ci ha battuto segnando il gol vittoria ed ha fatto finta di non esultare. Così come ha fatto finta di abbracciare Sarri sotto gli occhi indifferenti di coloro che non sono alla sua altezza, nonostante lo abbiano messo nelle condizioni di battere il record. Abbiamo quindi, definitivamente, metabolizzato il suo addio ma non abbiamo colmato il vuoto in attacco che ci ha lasciato. Su questo dovrà intervenire chi vuole il bene della squadra. Sempre nei giorni passati, abbiamo letto alcune frecciatine che ci sono state scagliate dalla Polonia: “…Napoli è la terza città d’Italia come grandezza, ma come sporcizia è certamente in testa…per le strade trovi sacchetti rotti, tappezzerie di divani abbandonati e tanti rifiuti…in questo quadro di miseria e disperazione nasce la bellezza: la SSC Napoli. La squadra di calcio è tutto per questo popolo…”. Francamente, siamo abbondantemente stufi degli insulti che ci piovono addosso in molti stadi d’Italia, di meridionali che allo Stadium inneggiano al Vesuvio e ci offendono in maniera razzista. Dei luoghi comuni che solo in un paese allo sbando come il nostro possono passare sotto silenzio ed essere ribattezzati come scherzi goliardici. Onestamente, i polacchi portassero rispetto alla città di Napoli, la cui squadra sta offrendo ad alcuni connazionali una visibilità europea di grande livello e la cui gente li sta trattando come solo a Napoli si sa fare. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni