Antonio Moschella Pepe Reina è tornato a parlare alla vigilia della partita delle qualificazioni ai Mondiali 2018 che vedrà oggi la Spagna sfidare la Macedonia a Granada. Rientrato nel gruppo delle Furie rosse all’inizio del ciclo del nuovo commissario tecnico Lopetegui, il portiere sta vivendo una fase difficile nel Napoli: il suo errore sul tiro di Keita è stato decisivo nella partita contro la Lazio. Reina non ha parlato di questa leggerezza, ma di come vive a Napoli. «È una città particolare, ma una volta che ti sei abituato è una città che ti incanta, perché qui si vive molto bene. La squadra può arrivare molto lontano e spero che presto possa giocare una finale di Champions League, quella che io ho già avuto la possiibilità di disputare quando ero al Liverpool contro il Milan», ha detto Pepe. Sul momento di Reina, intanto, interviene Juan Manuel Asensi. Classe 1949, centrocampista e punto di forza del Barcellona per dieci anni, vinse con i blaugrana una Liga e la Coppa delle Coppe, prima di dedicarsi al settore giovanile, in cui lanciò Reina. «Pepe la causa del momento negativo del Napoli? Assolutamente no. Nel calcio si gioca in undici, quindi si vince e si perde in undici. È ovvio che un errore singolo di un portiere venga criticato maggiormente rispetto a quello di un attaccante: è la crudeltà del calcio. Si tratta semplicemente di una fase negativa, qualcosa che hanno attraversato gli stessi Casillas e De Gea, gli ultimi due portieri della Spagna. E anche Buffon, che continua a essere tra i migliori al mondo, è passato per momenti così».
Sulle reazioni di Pepe alle critiche il suo primo allenatore non ha dubbi: «Escludo categoricamente che uno come lui, con un morale di ferro, possa piegarsi. Al massimo sarà arrabbiato e vorrà dimostrare a tutti il proprio valore. Non è leader solo nel Napoli, anche nello spogliatoio della Spagna è sempre stato tra i trascinatori: nei momenti più difficili era lui a spronare i compagni a dare il meglio. Il recente periodo non fortunato è una fase della sua carriera, ma non ne certifica certo il declino. Se si tiene in forma e si prende cura di sé, come ha sempre fatto, non so se fino a 40 anni, ma almeno fino a 38 potrà continuare a dire la sua».
Infine, un consiglio di Asensi al pubblico di Napoli: «I tifosi devono sostenere la squadra tutta, non criticarla. E soprattutto non additare un solo calciatore in caso di errore perché il calcio è uno sport di squadra. Se Reina fosse stato un tennista allora comprenderei le critiche al suo rendimento individuale, ma non è così. In più mancano due terzi della stagione. Bisogna avere pazienza e fiducia in lui e nella squadra. Il suo contributo al secondo posto ottenuto l’anno scorso è stato determinante. Già l’hanno dimenticato?».
Fonte: Il Mattino