Una vita da mediano a recuperar palloni come fa ora Amadou Diawara, il ragazzino che sembra già vecchio, il talento che ricorda il veterano, lo sfacciato che all’ansia da prestazione antepone la spensieratezza d’animo e la leggerezza della testa. Ha diciannove anni l’excentrocampista del Bologna ma in campo, laddove ha conquistato tuttisottraendo spazio a Jorginho, ne dimostra molti di più. Il ruolo?Regista atipico a ridosso dei difensori, esattamente come Michele Pazienza dal 2008 al 2011, operaio umile di una squadra sorprendente,allenata da Walter Mazzarri.
Diawara ha diciannove anni, lei quanto ci crede in questo ragazzo? «Quando uno è così giovane può seguire due strade: o ti fai assalire dall’ansia o vivi tutto in maniera spensierata, senza problemi. Ecco, lui ha scelto la seconda. Gioca senza pressioni, tutto ciò che succede sarà per lui qualcosa di guadagnato, altrimenti avrà tanto tempo ancora per ricominciare da zero».
Intanto è già a buon punto nella fase di crescita.…«Ho sempre pensato avesse qualità ma ero convinto avesse bisogno di più tempo per metterle in mostra, invece sta bruciando le tappe. Bravo sialui che Sarri coi suoi consigli per farlo inserirle al meglio in squadra».
Secondo lei cos’è che fa la differenza? «La semplicità. Diawara non forza mai la giocata, effettua passaggi corti, di cinque-sei metri, ma ha la capacità di posizionarsi col corpo per giocare sempre la palla in verticale. Quando non ci riesce torna indietro o va lateralmente, ma col busto è sempre proiettato in avanti».
Dove può ancora migliorare? «Secondo me in tutto, nessun aspetto escluso. È giovanissimo, ha qualità importanti ma potenzialmente può diventare un giocatore di spessore e di livello internazionale. Ha tanto tempo a sua disposizione, tutto
dipenderà da lui, soprattutto dalla sua testa».
Ora la banale domanda dei paragoni… chi le ricorda questo giovanotto della classe ‘97? «Direi Sissoko della Juventus oppure Vieira, anche se il francese era più mezzala, amava inserirsi, caratteristica che, ad oggi, manca a Diawara».
Intanto De Laurentiis ha deciso di dare consigli di tattica al suo allenatore.... «Mi auguro continui a fare solo il presidente perché da anni gli riesce benissimo, di tattica è giusto se ne occupi Sarri e i suoi collaboratori. Il Napoli è in buone mani e il tecnico, pur accettando ogni consiglio che arriva dal suo presidente, deve andare avanti per la sua strada».
Non sembra fermarsi neppure Hamsik, ad un solo gol dai 104 di Cavani in maglia azzurra... «Il calciatore lo conosciamo tutti, ma io sono felicissimo per il ragazzo. Marek è un lavoratore eccezionale, un professionista. Tutto quello che sta raccogliendo se l’è meritato. È arrivato a Napoli giovanissimo e quello che si ritrova l’ha costruito da solo, mattone su mattone. Nessuno gli ha mai regalato niente: mai nessuno sconto, mai una parola di conforto, sempre criticato quando le cose non andavano bene. Da ex compagno, quando si parla di lui come un simbolo non posso che esserne felice: è ciò che si merita».
Fonte: Il Roma