Si è dibattuto molto in questi giorni dell’“operazione under 25” messa in moto fin da subito da Gian Piero Ventura. Se questo è uno dei fronti caldi per il ct, obbligato a mettere mano al gruppo Italia guardando anche alla carta d’identità, c’è senza dubbio una seconda sfida che in questo momento assume un’importanza forse maggiore. Si tratta del passaggio tattico in via di definizione in questi giorni, in anticipo sul programma di inizio ciclo: ovvero la transizione dal 5-3-2 di Euro 2016, al 4-2-4, schema ideale per l’allenatore azzurro. Non una scelta obbligata, in questo caso, ma una opzione privilegiata per vocazione.
LA GRANDE SCOMMESSA. Eppure in Italia in questo momento nessuno gioca con questo sistema. La Roma di Spalletti, alla fine della scorsa stagione, aveva proposto una interpretazione del 4-2-4, con Perotti e Nainggolan punte centrali. Se si allarga il discorso a livello internazionale si ha lo stesso riscontro: non ci sono Nazionali di rango che adottino il 4-2-4.
DENTRO IL MODULO. Il 4-2-4 di Ventura è chiaramente una evoluzione del 4-4-2. Anche in questo caso, come in quello del 3-5-2, nelle due fasi, la squadra assume schemi diversi. Nell’idea di Ventura, il sistema prevede due mediani di contenimento, due esterni e due punte che tengano bassa la linea di difesa avversaria. Se alla teoria si associa la qualità tecnica dei singoli (come Candreva e Bonaventura) ecco che viene fuori l’anima offensiva dello schema.
GIOCO D’ATTACCO. “Sì, il 4-2-4 è il modulo degli attaccanti: è bello e… faticoso”. E’ toccato a Pavoletti ieri dare riscontro di quanto sta nascendo a Coverciano: “Bisogna faticare molto, perché il rischio è quello di spaccare in due la squadra. Ma qui c’è unità, voglia, determinazione, gioventù. Dunque, perché non provare?”. Anche Sansone, direttamente coinvolto, perché alternativa a Bonaventura, vota per questo schema: “Noi nel Villarreal adottiamo un 4-4-2 non molto diverso. Per me dunque non è una scoperta. Io credo sia un ottimo modo di giocare”.
Fonte Corriere dello Sport