L’editoriale:
“L’analisi di Napoli-Lazio è il copia-incolla di ognuna delle 12 giornate di campionato vissute finora. Sono stati 18 a 7 i tiri, 8 a 3 quelli in porta, 5 a 4 quelli fuori, 9 a 2 i calci d’angolo, 5 le parate di Marchetti contro l’unica di Reina: se il dato numerico è così schiacciante, perché il risultato finale è stato solo 1-1? “Perché in questo periodo ci gira male”: affidando la risposta ad una improbabile congiuntura astrale, si crea la scappatoia per evitare di dire tutta la verità. Ed è la seguente: il Napoli commette troppi errori, in attacco e in difesa. Se alla Lazio sono sufficienti 3 tiri in porta per segnare una rete, al Napoli ne occorrono 8. Una esagerazione inaccettabile per una formazione che il 17 settembre era prima in serie A e il 28 settembre pensava di approdare agli ottavi di Champions dopo solo 3 gare del girone. Dopo un mese e mezzo lo scenario è cambiato completamente: sesto in campionato, a 9 punti di distacco dalla vetta ed a 5 dal secondo posto, con l’approdo agli ottavi di Champions pregiudicato dopo la doppia sfida con il modestissimo Besiktas. Possiamo davvero prendercela solo col crac di Milik oppure è stato un rischio iniziare la stagione con una coppia d’attacco deboluccia? Col polacco in campo, il Napoli aveva segnato 20 gol in 8 partite, senza di lui soltanto la metà. E non possiamo dire che la squadra non produca occasioni, solo che le sciupa banalmente. Lo specchio di questo momento è l’espressione stremata di Mertens, arrivato a 908’ disputati tra campionato e Champions nelle 16 gare in cui è stato utilizzato ed al quale è stato chiesto di svolgere un ruolo a lui poco congeniale (punta centrale) senza il supporto di un altro attaccante di fianco. E’ davvero troppo per uno che giocava laterale offensivo e si alternava con Insigne. Troppi errori in attacco ma pure in difesa, qualcuno individuale, altri di reparto e molti anche da parte di Reina: con Milan, Bologna e Besiktas gli effetti nefasti non ci sono stati, perché ci ha pensato Milik sistemare il risultato con i suoi gol. Contro Roma e Lazio, invece non c’è stata la possibilità di rimediare ai suoi sbagli. Cosa bisogna fare? Stringere i denti fino all’arrivo di uno tra Pavoletti e Zaza, ritrovare concentrazione e serenità che un anno fa impedivano alla squadra di sbandare. Il dibattito a distanza, poi, tra De Laurentiis e Sarri non contribuisce a generare un clima di applicazione all’interno di uno spogliatoio che interpreta in mille modi queste punzecchiature a distanza tra presidente e tecnico. Se poi Insigne tornasse ad essere quello di un anno fa, sì che sarebbe tutt’altra musica. Nella scorsa stagione all’8 novembre aveva già segnato 6 gol in campionato e se il avesse confermati quest’anno, il Napoli sarebbe ancora a rincorrere la Juve”.