Con Diawara c’è Zielinski, lentamente prendono posto i giovani acquisti come nelle attese della società, il vantaggio è doppio perché riposano gli appesantiti Jorginho ed Allan, ed appare più elastica e puntuale la cerniera di centro. La chiave tattica cambia dopo 25’. La Lazio passa ad una difesa massiccia ma dignitosa dopo l’attacco spregiudicato dell’avvio, quando portava fino a 5 elementi davanti alla linea della palla. Il Napoli non si sottrae alla provocazione, ci sta, sia nella prima fase che nella seconda impone il suo palleggio veloce, gode del sovraritmo, si distende nella metà campo della Lazio sempre più convinta di ricompattarsi per non subire danni la pressione.
La catena sinistra del Napoli è felicemente ritrovata perché Ghoulam non deve più occuparsi di Felipe Anderson affiancato da un superlativo Parolo, ma si fa ricordare per una traversa all’inizio della ripresa e per il sostegno a Insigne, altro anello della catena ritrovato, corre per quattro sulla corsia, si accentra, accorcia su Hamsik e Diawara. Ancora una volta Insigne sembra evanescente nelle conclusioni, però il suo contributo è poderoso. Sembra proprio la fascia sinistra quella da battere, Ghoulam lo lancia e ci crede Hamsik, con una irresistibile, caparbia incursione segna il gol numero 103, affiancando un lontano mito, Antonio Vojak, classe 1904, indimenticabile per quel triste basco scuro sulle ventitré. Centrocampista dal gol facile, quando si dice: il giusto erede di un fantastico antenato.
Non c’è altro tempo per ricordare l’austera figura del bomber di Pola, chiedono spazio Chiriches che si lascia avvolgere come un gomitolo da Keita e Reina che si tuffa tardi sul primo palo, dimostrando che la flessione del Napoli non può spiegarsi solo con la mancanza di un attaccante. Il rendimento di Reina è inversamente proporzionale al suo potere fuori campo. C’è lui a fermare il Napoli, che si spegne nel finale.
Il gol della Lazio riporta in squadra un più vigile Gabbiadini, si incarica Hamsik in posizione avanzata di teleguidarlo
La catena sinistra del Napoli è felicemente ritrovata perché Ghoulam non deve più occuparsi di Felipe Anderson affiancato da un superlativo Parolo, ma si fa ricordare per una traversa all’inizio della ripresa e per il sostegno a Insigne, altro anello della catena ritrovato, corre per quattro sulla corsia, si accentra, accorcia su Hamsik e Diawara. Ancora una volta Insigne sembra evanescente nelle conclusioni, però il suo contributo è poderoso. Sembra proprio la fascia sinistra quella da battere, Ghoulam lo lancia e ci crede Hamsik, con una irresistibile, caparbia incursione segna il gol numero 103, affiancando un lontano mito, Antonio Vojak, classe 1904, indimenticabile per quel triste basco scuro sulle ventitré. Centrocampista dal gol facile, quando si dice: il giusto erede di un fantastico antenato.
Non c’è altro tempo per ricordare l’austera figura del bomber di Pola, chiedono spazio Chiriches che si lascia avvolgere come un gomitolo da Keita e Reina che si tuffa tardi sul primo palo, dimostrando che la flessione del Napoli non può spiegarsi solo con la mancanza di un attaccante. Il rendimento di Reina è inversamente proporzionale al suo potere fuori campo. C’è lui a fermare il Napoli, che si spegne nel finale.
Il gol della Lazio riporta in squadra un più vigile Gabbiadini, si incarica Hamsik in posizione avanzata di teleguidarlo
con assist profondi in verticale, lo lancia in una Lazio ormai stanca, costretta a stringere la difesa slabbrata dalla regia offensiva di Hamsik, difesa che passa da 3 a 4 in linea con il conforto degli esterni arretrati. Hamsik trascina la squadra per mano, con una generosità che gli procura un insulto ai muscoli della gamba destra. Ce la farà a tornare presto? Si è fermato il capitano proprio nella migliore serata della sua difficile stagione, peccato”.
Fonte: Repubblica