DIRE CHE DE LAURENTIIS non capisce di calcio e quindi le sue parole sono fuori luogo. Al di là di cosa farà o non farà Sarri, Aurelio è nel calcio da 12 anni, e da uomo intelligente ha imparato molto. Un imprenditore brillante come lui non può certo faticare con la “materia” calcistica. Un suggerimento, quindi, ci può anche stare. Ma è sicuramente vero che De Laurentiis si stufa presto di vedere il suo Napoli sempre con lo stesso modulo. Tra Reja e Mazzarri andò in paranoia per la difesa a tre, che ormai non sopportava più. Qualche volta si lasciò sfuggire che il Napoli del futuro avrebbe avuto una difesa a quattro, perché modo di giocare più “europeo”. Allora, però, non furono consigli diretti, ma solo allusioni. Le stesse che De Laurentiis riservò a Benitez, quando criticò il 4-2-3- 1, che pure venne a noia al presidente. «Quando giochiamo con questo centrocampo a due bisogna prendere giocatori specifici», fece notare in un paio d’occasioni. Insomma, più o meno gli stessi concetti che De Laurentiis ha espresso nel parlare di Sarri. Se l’allenatore azzurro ascolterà o meno non è ancora dato sapere, ma è molto probabile, per non dire sicuro, che il toscano andrà avanti per la sua strada. Sa bene che anche questo atteggiamento del presidente è frutto di una serie di risultati non proprio gratificanti, ma anche per l’incertezza di non avere un riferimento sicuro in attacco. Gabbiadini che non gira, Hamsik che non ha continuità, e qualche partita finita male. Se De Laurentiis interviene è, come per i tifosi, solo perché vuole vedere il Napoli al meglio, anche passando per i nuovi acquisti e qualche accorgimento tattico. Sarri, invece, sa che la strada giusta è quella della coerenza. Quella intrapresa un anno fa e che ha portato il Napoli dritto in Champions League. Dopo Juventus e Besiktas il calendario mette di fronte la Lazio, una sfida difficile che il tecnico vorrebbe vincere per mettere a tacere un po’ tutte le voci. Fonte: Il Roma