In questo periodo il campionato di serie A ha una sola padrona come la Juventus, ma ci sono diverse compagini che giocano un bel calcio e che si distinguono anche nel lanciare diversi giovani in prima squadra. Nel primo caso c’è il Napoli di Sarri, nell’altra la Lazio dell’ex tecnico della Primavera Simone Inzaghi, sabato sfida insomma da non perdere. Ilnapolionline.com ha intervistato il tecnico del Fondi Under 15 Dino Di Julio sulla sfida del San Paolo e sul momento del settore giovanile partenopeo.
Nella Lazio di inizio stagione il tecnico Simone Inzaghi ha già fatto debuttare Lombardi e Murgia. Su quest’ultimo ragazzo, quali sono le sue caratteristiche tecniche? “Il mister lo conosco molto bene, lui da sempre ha la filosofia di lanciare i giovani ed essendo l’allenatore della prima squadra ha visto in loro caratteristiche tecniche adatte al suo modo di giocare. Non dimentichiamo che anche Keita è un prodotto della “cantera” biancoceleste, ragazzo che finalmente sta mostrando tutto il suo valore. Su Murgia dico che un calciatore tecnicamente molto dinamico, può ricoprire molti più ruolo, un brevilineo e in occasione di Torino-Lazio ha giocato come seconda punta. Non era facile giocare allo stadio Olimpico, vista l’importanza della posta in palio, ma il ragazzo ha mostrato grande personalità ed ha segnato un gol davvero molto bello. Peccato che alla fine la gara è terminata in parità, però per il calciatore è stata certamente una giornata davvero indimenticabile”.
Ti aspettavi un impatto positivo tra Simone Inzaghi e l’ambiente Lazio? “Come tu ben sai l’ambiente romano non è facile, perché a seconda dei risultati cambi opinione da un secondo all’altro. Io per quello che ho potuto vedere dall’esterno c’è stata subito grande feeling tra la città, la società e Simone Inzaghi. Lui ha portato idee nuove, squadra solida e compatta e gioca con la testa sgombra. Un altro aspetto da non sottovalutare è che punta molto sui giovani, tutti motivati, desiderosi di mettersi in evidenza e fino ad ora i risultati gli stanno dando ragione”.
Martedì il Napoli Primavera di Saurini ha vinto ad Istanbul contro il Besiktas in Youth League. Come giudichi il lavoro del mister? “Io e Paolo siamo amici da tantissimi anni, abbiamo giocato assieme nella Lazio e conosco perfettamente il suo modo di lavorare. In quel periodo agonistico abbiamo avuto tra i vari compagni di squadra anche Paolo Di Canio, un altro laziale puro sangue e con la tempra giusta. Io credo che in questi cinque anni si è vista la mano del vostro mister, ha lanciato diversi giocatori forti, con grandi qualità tecniche e anche quest’anno la squadra è molto competitiva. Come tu ben sai chi allena i settori giovanili, soprattutto in piazze come Napoli, Roma, Torino e Milano devi far crescere i calciatori in rosa per portarli in prima squadra e fino ad ora Insigne è il vostro miglior risultato. Mi auguro che Paolo possa continuare su questa strada a livello di risultati, ma quello che conta è che possa far crescere altri “Insigne” per il futuro”.
Vorrei un tuo parere sull’operato di Maurizio Sarri. “Io credo che sul suo conto non si possa che tessere le lodi, un tecnico che viene dalla gavetta, ha lavorato davvero tanto per arrivare in massima serie e il lavoro a Napoli si sta vedendo. Non esagero nel dire che la compagine azzurra gioca il miglior calcio in Italia e in Europa si sta difendendo più che egregiamente. Ho visto spesso le partite della squadra, compreso quella contro il Besiktas e devo ammettere che spesso mi sono divertito, mancano i risultati, però con questa mentalità si possono ottenere a breve termine. Nella società partenopea lavora un altro mio amico di vecchia data, De Matteis, un team manager davvero preparato, persona seria e qualificata e che io stimo tantissimo. Mi auguro di scendere a Napoli presto per poterlo salutare e fargli un in bocca al lupo per il suo lavoro”.
Nel Napoli dei giovani c’è da segnalare il periodo poco fortunato di Manolo Gabbiadini. Cosa gli manca secondo te per fare il definitivo salto di qualità? “Io credo che nell’espulsione di Crotone ci sia l’enorme pressione che sente nel vestire una maglia prestigiosa come quella azzurra. Lui non è il tipo che ha di quelle reazioni, però è evidente che dal calciatore ci si aspetta sempre il massimo e non riesce ad esprimersi come vorrebbe. Lo scorso anno aveva un campione come Higuain, quelle poche volte che è sceso in campo, lui ha sempre risposto nel migliore dei modi. Il ragazzo ha una dote tecnica davvero invidiabile, ha un sinistro micidiale, appena lo vedi calciare di mancino sai già l’esito finale, quindi sul suo valore tecnico poco o nulla da dire. Quando si sarà sbloccato in fase realizzativa allora il Napoli potrà contare su un altro elemento davvero all’altezza della situazione”.
Sabato alle ore 20,45 si giocherà Napoli-Lazio. Mi faresti un pronostico sulla sfida del San Paolo? “Sono due squadre che amano giocare a calcio, senza speculare sulla partita in se. Dovessi fare un pronostico dico che è un match da gol, ovvero entrambe possono siglare una rete, vedremo anche numerose azioni pericolose da un parte e dall’altra. Il Napoli ha dalla sua il gioco, ormai marchio di fabbrica di Sarri e sono convinto che sarà così anche sabato sera. La Lazio invece ha nella spensieratezza un’arma importante per affrontare una sfida per nulla semplice. Il rischio per i ragazzi di Inzaghi potrebbe essere avere la paura di giocare in uno stadio come quello di Fuorigrotta, ma se sfruttano la velocità di Keita e Felipe Anderson allora possono far male alla difesa partenopea. Prevedo insomma una bella gara e ricca di gol”.
Da quest’anno alleni il Fondi Under 15 ed hai già affrontato alcune squadre campane. Come vedi il nostro movimento a livello di settore giovanile? “Direi che è molto buono. Quest’estate in uno stage ho notato diversi ragazzi napoletani davvero interessanti e con valori tecnici elevati. Uno di questi si chiama Esposito, ragazzo davvero forte ma lui è solo uno de tanti della vostra terra che merita di avere opportunità di esprimersi a grandi livelli. Un paio di anni fa ad esempio c’era un calciatore che mi sorprese per la sua bravura e si chiama Merola. Giocatore, napoletano d’origine e già allora c’erano diversi club che lo seguivano con grande interesse, alla fine la spuntò l’Inter. Se uno riesce a scovare giocatori di questo talento deve prenderli e puntare su di loro e se si va sul vostro territorio, i vari Esposito o Merola ce ne sono tanti e tutti di assoluto valore”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco