All’aeroporto Ataturk non c’è un eccessivo dispiegamento di forze dell’ordine ad attendere il Napoli. Dicono, i poliziotti, che non è certo un assalto al bus della squadra che temono. Quello che li preoccupa, spiegano, è che non si sa ancora se qualche gruppo di tifosi napoletani – dopo le scintille della gara di andata e gli scontri sfiorati con i Carsi, il gruppo organizzato del Besiktas – sia stato contattato o meno dai nemici storici dei Carsi ovvero dagli ultrà del Fenerbahce. In tal caso, oggi sarebbe una giornata difficile. Qui gli equilibri tra le tifoserie sono particolarissimi. Ogni club è un simbolo: il Galatasaray la squadra dei ricchi e dei potenti; il Fenerbahce, la squadra degli asiatici (perché è dalla parte opposta del Corno d’oro); il Besiktas quella del popolo. I gruppi ultrà sono temuti e ben organizzati. E tra di loro sono spesso scintille. Spiega Luigi Bonagura, il capo della Digos di Napoli: «Non c’è bisogno di creare allarmismi, ma è chiaro che c’è preoccupazione per quello che i tifosi napoletani possono trovare in Turchia. Senza dimenticare il momento particolare che vive il Paese in questi mesi». Saranno all’incirca 450 i tifosi napoletani attesi oggi a Istanbul: alcuni viaggeranno sull’unico charter che partirà da Napoli, altri prenderanno il volo di linea da Roma e i più temerari ieri si sono imbarcati con la nave da Brindisi. Non ci sono poliziotti al seguito: le autorità turche non ne hanno fatto richiesta. Nessun incidente diplomatico, per carità: «Evidentemente sono sicuri di non aver bisogno delle nostre indicazioni», spiega ancora Bonagura. Li attende una delle città più belle al mondo, dove fino a ieri i pochi italiani in giro erano i pazienti di uno dei nuovi business medici del momento: il trapianto dei capelli. Alcune delle più prestigiose cliniche della metropoli sorgono proprio nel quartiere della Vodafone Arena. E se il turismo vacanziero è indubbiamente calato in seguito al fallito golpe e agli attentati terroristici dell’estate, le presenze straniere sono tenute a galla da questi particolari turisti. I tifosi del Napoli dovranno radunarsi in uno dei posti simbolo di Istanbul, tra le stradine selciate di Sultanahmet dove ci sono i luoghi turistici canoni, l’antica Moschea blu (l’unica con sei minareti e con 21mila piastrelle di Iznik, Santa Sofia, il Topkapi (la dimora dei sultani che custodisce il quinto diamante più grande del pianeta). Colpiscono le tante bandiere turche che svettano un po’ ovunque, col suo rosso accesso dove si stagliano la stella e la mezzaluna bianca. La polizia chiede ai tifosi azzurri di mettersi in marcia per le ore 17 locali: ci vogliono almeno 15 minuti. Chissà se alcuni dei 450 si recheranno al Kapali Carsi, il gran bazar, dove li attende una babele di merci disseminate tra 4500 botteghe. Quello che colpisce è sicuramente lo stadio del Besiktas: costruito in tre anni, dal 2013 al 2016, dalle ceneri del vecchio Inonu (progettato nel 1903 da un architetto italiano) è costato 125 milioni di euro ed è dotato di 147 suites, 7 ristoranti, 16 bar, 350 parcheggi per ospiti vip. Si chiamerà Vodafone fino al 2026, poi l’accordo scadrà.
Fon te: Il Mattino