Il Mattino – Sarri: «Troppi giovani il Napoli non è l’anti-Juve»

Aveva sognato una serata diversa, qui allo Juventus Stadium, dove il Napoli vede le streghe dal 2009. Ha sfiorato il sogno, magari Sarri lo ha persino toccato.

Il rammarico del tecnico azzurro è cosmico, quasi universale. «Non si possono fare due regali di questo tipo ai bianconeri. È normale che non ci diano scampo».

Lezione numero mille, e chissà se basteranno, povero Sarri: perché non è solo la Juve a punire il Napoli alla prima ingenuità.

Sarri, una sconfitta che brucia? «Tanto perché non meritavamo di perdere. Abbiamo fatto abbastanza bene e la prestazione complessiva è tale che uscire battuti sa di beffa»

. L’uomo decisivo è stato Higuain. «È un fenomeno, quando si dà la possibilità di calciare dalla posizione da cui ha fatto gol, significa farsi condannare a morte».

Certo, non proprio un bel modo per dimostrare il suo affetto nei suoi confronti? «Mi sono arrabbiato con lui perché il suo passaggio alla Juve mi ha fatto male, ma è come un figlio che per me ha fatto tante cose belle. E a un figlio non si può non voler bene, qualunque cosa ti faccia. Sono sicuro che tra dieci anni continueremo ancora a sentirci…».

La Juve può vincere la Champions con il Pipita? «Ne sarei felice per Gonzalo, un po’ meno per la Juve». Il campionato ora si fa in salita: i punti dal primo posto ora sono sette. «Mai pensato di essere l’anti-Juve. Se volevamo esserlo avremmo preso giocatori del 1987 o 88 e non ragazzi nati nel 95 e nel 96. Io ho condiviso le scelte sul mercato della società, ma questo significa aver deciso di crearsi un futuro… È chiaro che non potevamo essere già competitivi al massimo livello».

E il presente? «Dobbiamo crescere in personalità, è evidente che continuiamo ad avere dei cali che ci costano caro. Anche se pure la sfortuna ci mette sempre lo zampino: la svirgolata di Ghoulam poteva anche finire in calcio d’angolo invece che tra i piedi di Bonucci. Invece è finita proprio lì».

È davvero chiusa la lotta per lo scudetto? «Da parte nostra? Mai pensato di dover competere con i bianconeri. E non capisco come si faccia a pensarlo: abbiamo perso il centravanti più forte al mondo, con cui siamo arrivati l’anno scorso dieci punti dietro la Juve, e l’abbiamo sostituito con dei giovani di prospettiva. La squadra sta facendo il massimo di quello che può fare».

I giovani crescono? «Sì, ma spero non respirino la negatività dell’ambiente. Diawara ha 19 anni, è bravo, ma non è ancora Marchisio. Bisogna dargli tempo».

Preoccupato? «No, alla squadra ho fatto i complimenti. Poi è chiaro che questo è un inizio di stagione particolare: tra infortuni e squalifiche siamo arrivati alla gara di Torino col fiatone. Purtroppo sono stato costretto a spremere quelli là davanti ed è evidente che con la Juve non era lucidi come altre volte. D’altronde, c’era bisogno di maggiore fisicità per fronteggiare i loro difensori e noi avevamo chili e centimetri in meno».

Qualche rimprovero in particolare? «Sul secondo gol la linea del centrocampo non ha recuperato. Toccava ad Allan seguire la respinta ma non c’era. Purtroppo pur avendo fatto meglio della Juve per lunghi tratti, usciamo sconfitti immeritatamente. E la cosa mi spiace».

E adesso? «Bisogna continuare così, puntando sul gioco e sulla qualità. Questa è la strada giusta. Usciamo a testa alta dallo Juventus Stadium, abbiamo fatto abbastanza bene e abbiamo perso solo per due episodi sfortunatissimi». Fonte: Il Mattino

 

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